di Vittorio Lussana
Quando un gruppo di migranti si trova sulle navi delle Ong, bisogna portare a termine la procedura di salvataggio prima di far scattare qualsiasi altro strumento giuridico di accoglimento, respingimento o redistribuzione. La qual cosa significa che il tema di una riformulazione della cooperazione europea con i Paesi di transito è questione ben distinta dall’operazione tecnica di soccorso in mare. E che ciò comporta una politica migratoria più razionale, basata su una serie di flussi concordati con l’Unione europea, anziché tentare di scaricare il problema su altri Paesi, come ha tentato di fare in questi giorni il Governo Meloni con la Germania dell’amico Olaf Scholz.
L’Italia ha il tasso di natalità più basso d’Europa. E non figura neanche tra i primi 10 Paesi che hanno dovuto assorbire le ondate migratorie più imponenti, assai maggiori di quelle che hanno investito le nostre coste, benché si continui a dipingere la penisola italiana come il principale hub di approdo dell’immigrazione clandestina. Senza considerare il fatto, che i migranti accolti qui da noi vengono impiegati nei lavori più pesanti. Ovvero, vengono sfruttati e, al contempo, trattati come clandestini. Un atteggiamento da carogne reazionarie, che ridisegna la nostra immagine nel mondo come un Paese forte con i deboli e debole con i forti. Una forma di irrazionalismo demagogico e criminale, già descritto più di un secolo fa da Giovanni Verga nella novella Rosso Malpelo. Non è affatto roba nuova, la destra italiana, caro popolino ignorante, amante dei plebisciti a cazzo di cane.
In buona sostanza, ogni volta che il centrodestra, qui da noi, vince le elezioni e va al governo, mostra al mondo un’immagine pessima del nostro Paese, come se dovesse difendere una purezza razziale che non solo non esiste, ma che è composta, in larga maggioranza, da piccolo borghesi che arrivano sui problemi sempre con l’ultimo treno. Non serve a nulla criminalizzare le missioni di soccorso civile, se non si è disposti a istituire una missione di soccorso europea che possa garantire una redistribuzione e una ricollocazione dei migranti.
Siamo un Paese fondamentalmente composto da sarti e camerieri, che ama gli atteggiamenti da duri quando in realtà apparteniamo alla schiera dei popoli con le pezze nel sedere, poiché indebitati fino al collo. Da decenni si continua a dire che la politica dell’uomo solo al comando è solamente propaganda, meramente demagogica e strumentale, fatta sulla pelle delle persone. Esattamente come accaduto durante la pandemia: sbaglia di grosso chi pone la questione su un versante puramente razziale, di sostituzione etnica, alla ricerca di una grandiosa malvagità totalmente fantasiosa, puramente letteraria. Le nostre destre sono storicamente composte da demagoghi arrivisti e sgomitanti, attenti unicamente al vantaggio speculativo e marginale sia nei confronti dei migranti, sia del popolo italiano.
Insomma, sarebbe necessario che le navi che attendono da giorni al largo delle nostre coste vengano autorizzate a sbarcare i migranti che hanno salvato a fine ottobre nelle acque internazionali, al fine di proporre, in sede Ue, una soluzione più costruttiva. Ma poiché i toni utilizzati son sempre quelli di chi cerca di scaricare sempre le responsabilità su soggetti altri – a cominciare dalle proprie, ovviamente – ecco che diventa inutile considerare la solidarietà europea come un atto dovuto. L’Italia ha un numero di richieste di asilo assai inferiore alla media di tutti gli altri Paesi europei. I rifugiati giunti dall’Ucraina, tanto per fare un esempio, sono stati accolti in buona parte proprio dalla Germania. E un Paese geograficamente piccolo come la Repubblica Ceca ne ha dovuti accettare più di mezzo milione.
La solidarietà europea scatta dando la priorità ai Paesi che si dimostrano disposti ad accogliere i flussi migratori, non a quelli che gridano più forte o si arroccano dietro cinismi arroganti e provocatori. Le imbarcazioni delle Ong non sono delle navi pirata: se non ci sono soccorsi, non si può accusare gli operatori umanitari di farsi carico di un lavoro che dovrebbe esser fatto direttamente dagli Stati. Sarebbe meglio, molto meglio, lanciare una missione interforze nel Mediterraneo, anziché aprir bocca e darle fiato come degli emeriti cafoni di periferia. Dei cafoni che, in questo Paese, vengono addirittura premiati da un popolino privo di memoria, malato di una ninfomania psichiatrica che lo induce a provarle tutte: da Forza Italia a Matteo Salvini; da Matteo Renzi al Movimento 5 stelle. Per arrivare, infine, all’odio ideologico di chi si ritrova, ormai sempre più palesemente, dalla parte del torto marcio, poiché obsoleto e superato dalla propria stessa superficialità.
Ecco per quale motivo da più parti si raccolgono vere e proprie esternazioni di odio nei confronti del Pd: perché ormai ci ritroviamo innanzi alla trascendenza del sovranismo più vile e ignorante, in cui nessuno aiuta nessuno per malcelata impotenza, fino a toccare il fondo del vittimismo più ridicolo e cafone.
(4 novembre 2022)
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