di Daniele Santi
Metti che, colti da delirio fantapolitico, si intravveda all’orizzonte una nuova possibile candidatura dell’uomo di Arcore alla guida del governo prossimo venturo, perché a volte ritornano. Soprattutto quando non se ne sono mai andati. Tutto tornerebbe. Anche le ragioni per le quali il leader forzista non ha risposto a Draghi che lo avrebbe cercato a lungo nel pomeriggio dell’esecuzione.
Accadrebbe dopo avere fatto sgolare la signora delle Destre dalla Garbatella, quella del “So come si governa” – il governo Berlusconi 2008-2011 sta lì a dimostrarlo, nemmeno il portafoglio le avevano dato – che finge di ignorare i fatti di Terracina, i danni di questa accelerazione insensata della caduta di Draghi, che era già a fine legislatura e sposta l’asse della politica italiana irrimediabilmente verso l’Est europeo e il Cremlino.
Berlusconi, Meloni e Salvini fratelli coltelli in casa, uniti nell’inesistente delirio della destra granitica che si ricompatta solo quando ci sono poltrone in vista e con il comune battere di un cuore putiniano o orbaniano o bannoniano. Dipende dalle convenienze….
(21 luglio 2022)
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