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Armiamoci e Partiamo. O di quanto aumenta il rischio di avere morti attraverso leggi come la libera vendita delle armi

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di Massimo Mastruzzo, #dirittiumani

Quanto accaduto nel comune di Ardea, dimostra, quando ve ne fosse ancora bisogno, come una banale lite, un disguido, il disturbo di un folle, diventano terribilmente altro se salta fuori un’arma.

Non tanto per l’interpretazione della riforma che, modificando il comma due dell’articolo 52 del codice penale, allarga le maglie per poter usare “un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo” per la difesa della “propria o altrui incolumità” o dei “beni propri o altrui”. Quanto per l’oggettività del fatto che più armi ci sono in giro, più aumenta il rischio di avere morti, e gli avvenimenti negli USA riconducibili alla libera circolazione di armi, sembrano non insegnare nulla.

Già diventa incomprensibile come un oggetto così pericoloso, immatricolato all’origine, possa far perdere le proprie tracce (è più facile ritrovare un cellulare o mappare un meteorite nell’universo che ritrovare una pistola fuoriuscita dal circuito legale ), diventando di fatto un’illegale oggetto mortale, invisibile alle istituzioni, nelle mani di potenziali assassini. Non me ne vogliano i produttori di Armi, ma queste dovrebbero essere solo a disposizione delle forze dell’ordine e comunque con un sistema che preveda, con un banale chip GP,  la tracciabilità.

E mi fermo al contesto delle “normali” società civili, evitando di approfondire il discorso del come sia possibile che in giro per il mondo ci siano gruppi di guerriglieri e terroristi che acquistano, legalmente o meno, armi da combattimento, e del perché in Italia la spesa militare sia il doppio dei soldi investiti nell’ambiente.

La miglior arma per la nostra difesa quotidiana è la prevenzione proattiva: le istituzioni devono mettere in atto azioni dirette a prevenire situazioni, tendenze o problemi futuri in modo da pianificare anticipatamente le azioni opportune. La prima, in totale controtendenza con il pensiero politico di chi spinge per una maggior libertà, è il rigido e totale controllo delle armi che circolano sul territorio nazionale. La seconda è un sistema che impedisca l’uscita delle armi dal “circuito legale”. La terza è valutare che le armi possano essere possedute solo da organismi istituzionali quali le forze dell’ordine e nel solo orario lavorativo.

 

(13 giugno 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 




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