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Mi chiedo che padri abbiamo avuto…

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di E.T. #Norazzismo

Lascia stupefatti l’iniziativa del padre del giovane Seid, vittima di una società orrenda che non intende lasciare spazio vitale all’Altro perché educata da chi la dirige dall‘alto all’odio, all’intolleranza, alla protervia, alla cancellazione dell’Altro in quanto tale che decide di fare sentire la sua voce per dire che “il razzismo non c’entra niente” con la morte del figlio.

Il giovane Seid nella lettera pubblicata dal Corriere e letta ai suoi funerali, diceva cose che avevano a che fare proprio col razzismo, quello becero e umanamente degradante della destra italiana, sempre più estrema e irragionevole, scriveva altre cose.

La paura per l’odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati, la paura per il disprezzo che sentivo nella bocca della gente, persino dai miei parenti che invocavano costantemente con malinconia Mussolini e chiamavano “Capitano Salvini”. La delusione nel vedere alcuni amici (non so se posso più definirli tali) che quando mi vedono intonano all’unisono il coro ”Casa Pound”.

Certo, il signore padre, sottolinea che la lettera risale a due anni fa come se in due anni gli episodi di discriminazione nei confronti di chi è Altro dagli altri non siano spaventosamente aumentati. Una lettera che lascia increduli per quanto innecessaria e che contraddice ciò che il giovane 20enne suicida aveva scritto, nel momento in cui il giovane non ha più alcun modo per dire la sua, nonostante il suo gesto dica più di quanto sembra si voglia percepire.

“Mio figlio non si è ammazzato perché vittima di razzismo”, prendiamo la dichiarazione dalla Gazzetta dello Sport. “È sempre stato amato e benvoluto, stamane la chiesa per i suoi funerali era gremita di giovani e famiglie” (…) e a proposito della lettera scritta due anni fa dal giovane: “Fu uno sfogo, era esasperato dal clima che si respirava in Italia. Ma nessun legame con il suo suicidio, basta speculazioni”. 

Lui le chiama speculazioni. Immaginiamo saprà cosa sta dicendo. ma si decida o il giovane era esasperato o sono speculazioni. Delle due, una.

Non è affatto speculazione, invece, prima di stendere un velo pietoso sulla tristissima vicenda, riferire che mentre scriviamo Salvini sta dicendo in tv, da Lucia Annunziata, che ai tempi del suo scampanellare a Bologna, poi gli spacciatori che vivevano in quella casa vennero arrestati. Disgraziatamente le cose non furono così, e la vita di un giovane tunisino ne uscì devastata e le forze dell’ordine avviarono accertamenti interni sull’accaduto. Salvini, dopo quella bravata, perse le elezioni. Poi le perse anche in Toscana.

Su quella vicenda, l’ANSA, citò ricostruzioni secondo le quali la donna che accompagnò Salvini fino al campanello del presunto spacciatore – che non era uno spacciatore, ma un calciatore con la sola sfiga di vivere al Pilastro –  avrebbe riferito di essere stata messa in contatto con lo staff della Lega grazie alla telefonata di un maresciallo che conosceva. Secondo altri quotidiani potrebbe trattarsi di un militare indagato per stalking e depistaggio ai danni di un avvocato e sospeso dal servizio con una decisione del Riesame di fine anno, non esecutiva in attesa della Cassazione.

Un paese che permette una tale gogna mediatica provocata da un leader politico, che cittadini potrà mai crescere se non Italiani, giovani o adulti, che non corrispondano esattamente alla descrizione fatta nella lettera del giovane Seid che in un una tale società ha deciso che non ci voleva vivere più? E in nome di quale cecità un padre scrive “Basta speculazioni” a margine di una simile vicenda con motivazioni che lasciano a bocca aperta soprattutto quando scrive che suo figlio “era esasperato dal clima che si respirava in Italia” salvo poi negare quel “clima” parlando sommariamente di “speculazioni”?

Io, da parte mia, mi chiedo che padri abbiamo avuto. Per ridurci così. Tutti e nessuno escluso.

 

(6 giugno 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 




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