di Giovanna Di Rosa, #Politica
A Matteo Salvini piace molto dipingersi costituzionale e citare la Costituzione Italiana, naturalmente soltanto parzialmente e ad uso e consumo del suo elettorato e del suo disegno politico, così succede che nella sua personale e continua citazione di quello che riferisce essere l’Art.1 della Costituzione, si appella a quel “La Sovranità appartiene al popolo” che trasforma in un inno populista alla Erdogan o alla Orbán, tacendo il resto del testo, tacendo la seconda dell’Art.1, articolo uno che si esprime, compiutamente, così.
Art. 1.
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Dunque Salvini dimentica di spiegare, citandola, una parte fondamentale dell’articolo che apre la nostra Costituzione e che ne costituisce la spina dorsale: se è vero che “La Sovranità appartiene al Popolo”, è assai più vero che la Costituzione spiega che il popolo “La esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Non secondo i suggerimenti di Salvini o di chi ritiene che tirare in ballo il “popolo”, lo metta automaticamente sul piedistallo del Condottiero.
Diversi stati dell’Est, la Turchia, il partito di ispirazione islamista che governa in Marocco, proprio sulle parole “popolo” e “libertà” hanno fondato le loro campagne di conquista del potere, conquistato attraverso regolari elezioni, ed hanno poi portato all’involuzione illiberale e dittocratica che, in molti casi, è sotto gli occhi di tutti.
La battuta sul fatto che Salvini non cita mai la parte che parla della “repubblica fondata sul lavoro” è da bar, scontata e anche un po’ irrispettosa, dunque su quella non ci soffermeremo.
Ci soffermeremo invece sul messaggio poco sincero, profondamente suprematista, illiberale, nonostante le pretese di legittimazione democratica ed europeista per avere sposato il governo Draghi in Parlamento contestandolo duramente fuori, che continua ad animare le smanie di protagonismo di Salvini che nulla hanno a che vedere con la politica, essendo completamente avulse da qualsivoglia progetto politico, e quindi prive di forza e di significato – nonostante le grida.
(5 maggio 2021)
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