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Meloni, l’omofobia e l’equilibrismo

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di Paolo M. Minciotti #Lopinione

Dunque la leader di Fratelli d’Italia è riuscita, un paio di giorni fa, a schierarsi contro l’omofobia in occasione di un assalto a Valle Aurelia a Roma con uno striminzito comunicato di due righe. Non è niente male per un’esponente politica che è per la famiglia cristiana, pur non essendo sposata, che è per l’indissolubilità dei legami famigliari, avendo scelto la convivenza, che è contro le Unioni Civili per le coppie dello stesso sesso, che è contro la Legge Zan contro l’omofobia, la misoginia e l’abilismo, ma condanna l’omofobia.

Insomma una coerenza che fa crepare d’invidia, I am here to tell you. Se ci fosse ad esempio una legge come la Legge Zan, e Meloni lo sa, il maschio-omone che al grido di “Non vi vergognate?” ha preso a pugni un giovane che stava baciando il suo compagno, subirebbe l’aggravante per odio omofobo, ma Meloni non ci sta ed è anche grazie all’opposizione di Meloni d’Italia che l’aggravante non verrà applicata.

Del resto è per non scomodare un potenziale elettorato estremista, familista, baciapilista e  omofobo, che guarda a lei con occhioni imploranti, che Meloni preferisce il propagandistico due righe per condannare genericamente l’atto e dichiararlo inaccettabile.

La fame di voti è brutta. La smania di potere lo è di più. E questo paese di solidarietà ipocrita che poi non si traduce in azioni coerenti in parlamento ne ha avute abbastanza. Meloni poteva risparmiarci lo spettacolo e risparmiarsi l’equilibrismo. A forza di stare in bilico a volte si cade anche… E non è certo un augurio.

 

(23 marzo 2021)

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