di Giovanna Di Rosa #Lopinione twitter@perugianewsgaia #Marche
E’ un profondo imbarazzo verso parole irresponsabili – che se vengono da esponenti di quella che pretende di essere la guida spirituale del paese e del mondo, poi non ci si può lamentare che vengano clonate da gente come l’orrenda estrema destra italiana ed europea – quello che proviamo nello scrivere queste righe.
Il Vescovo vicario di Macerata, si è preso il suo trentasecondidigloria, rendendoci edotti su quelli che sono i suoi profondi dubbi esistenziali che riguardano questioni come l’aborto che non lo riguardano, non rimanendo egli incinta fino a prova contraria; o la sottomissione delle donne, che come scapolo dovrebbero riguardarlo ancora meno. Poi scivola sulla buccia di banana della pedofilia, e qui si potrebbero fare un sacco di battute, ma stasera non ne ho voglia [cit.].
L’aborto è il più grande degli scempi. È più grave un aborto o un atto di pedofilia? Con questo non voglio dire che l’atto di pedofilia non sia niente, è una cosa gravissima. Ma cosa è più grave?”
Eccolo l’arguto quesito del prete vicario del Vescovo che fa suoi i suadenti toni accusatori con i quali la chiesa di cui fa parte continua ad ordinare alle donne, senza parlare direttamente alle donne, di starsene al loro posto, a fare la calza, e di non osare ad avere una decisione autonoma. Sulla pedofilia che cita a sproposito come membro di una istituzione temporale che rispetto all’argomento dovrebbe evitare accuratamente ogni scivolone, non vale nemmeno la pena pronunciarsi, avendolo già ampiamente fatto tanto le cronache internazionali come i Tribunali di mezzo mondo.
Qui il video di fanpage.
La domanda retorica del prete dalle mani grassocce, segue ad un elogio alla Polonia e al suo governo liberticida e colluso con uno stato sempre più in linea con le democrazie illiberali suggerite dalla lunga mano della Grande Madre Russia; un governo che reprime le donne ed ogni minoranza ritenuta differente in nome di una egemonia culturale fascista che mette sotto STRETTO controllo giustizia e potere legislativo, con la complicità della Chiesa polacca, nemica del papato di Bergoglio.
Ha poi insegnato alle donne, lui che è di sesso maschile, come comportarsi con gli uomini, regalando – riferisce ancora Fanpage – alcune altre perle indimenticabili.
Le mogli siano sottomesse ai mariti (…) Le mogli siano sottomesse ai mariti come al signore. Il marito infatti è capo della moglie come Cristo è capo della chiesa (…) Se mi fossi potuto sposare avrei preferito fare la moglie, almeno avrei dovuto essere sottomessa e basta” – guarda guarda…
E anche se umana compassione suggerirebbe di fermarsi qui con la cronaca di un delirio vicariale, tocca andare avanti ignorando il pudore come il vicario del Vescovo di Macerata ignora il buonsenso: “Fare il marito, amare la moglie dopo 10 o 20 anni, dare la vita per lei, come Cristo ha amato la chiesa mi sembra un po’ più più difficile”. Siamo a questo punto.
(3 novembre 2020)
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