di Giancarlo Grassi Lopinione twitter@genovanewsgaia #Politica
Supponendo che nel 2020 esista ancora un M5S ed esista ancora Forza Italia essendo il primo in totale autoimplosione e la seconda in fase di prosciugamento da parte della neonata Italia Viva che sta fagocitando il centro che conta, che è quello demoliberista o liberaldemocratico che a votare non ci va più e che si riconosceva in Forza Italia, il governatore Toti – secondo in quanto a pochezza politica forse solo a Luigi Di Maio – gongola pensando, con l’1,6% di intenzioni di voto (per i sondaggi generosi, quelli meno generosi, ma forse più veritieri, lo danno allo 0,9%), di avere già vinto le elezioni del 2020.
Toti però non le ha vinte. Non ancora. E se ora si bea dell’allontanamento di PD e M5S – allontanamento? Quando mai sono stati vicini? – è perché la visione politica è a cortissimo raggio. Perché stanno succedendo cose che Toti non considera importanti. E fa male. Una, la più importante è il suo scarsissimo carisma, l’essere stato scaricato da Berlusconi, l’essere momentaneamente nell’occhio buono di Salvini, ma in quella casa lì le cose cambiano in fretta, e avere goduto di un governo amico a Genova che ha fatto apparire la sua azione politica migliore di quanto non sia in realtà.
Di fatto Giovanni Toti è debole e lo sa. Così debole che, novello Capitan Fracassa, offre consigli a PD e M5S come se non fossero perfettamente in grado di devastarsi da soli – come ha fatto Toti che messo all’angolo da Berlusconi, guardato di traverso da Salvini si è inventato un movimentucolo dal nome impresentabile “Cambiamo!”, dopo anni di governo e di politica. Se gli va bene gli danno anche ascolto e lo mandano a casa. guarda un po’.
(30 ottobre 2019)
©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata