Destossi Briatore col Movimento del Fare. Fare cosa?

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di E.T. #Lopinione twitter@gaiaitaliacom #Politica

 

E così è arrivato anche lui. Mancava soltanto Flavio Briatore alla lunga lista dei riciclati del dolce far niente, far poco, far cosa, che decidono mossi dalla loro necessità di essere o sentirsi qualcuno, di scendere in politica sentendo la chiamata, quella cosa che una volta riguardava soltanto i preti e della quale invece sono vittime coloro che sono stati un po’ tutti, anche indagati e condannati, a volte, perché non ci si fa mancare niente in questo paese, e poi decidono di puntare sulla politica che per mal che vada almeno la poltroncina di capetto te la dà. Guardate Di Maio.

Così è nato il Movimento del Fare di Briatore. Fare cosa? Non è dato sapere. Forse spostare uno yacht o l’altro da un porto all’altro, in nome del fare naturalmente, perché le cose in nome del popolo le fa già tutte Salvini, cercando di portare alle urne tutto l’untume che alle spalle di questa repubblichetta di elettori intestinali ha vissuto attraverso la televisione, o i legami coi potenti, o chissà cos’altro – perché in Italia c’è, purtroppo, sempre un chissà cos’altro; si porteranno in parlamento i proprio avvocati, amici, conoscenti, fidati servitore, le proprie amiche, complici e a volte amanti – va avanti dal 1994 questa storia e tutto questo untume viene direttamente da lì; e ci si inventa un nome, possibilmente altisonante, si fanno due dichiarazioni da niente e si affidano agli amici dell’orribile destra italiana che dal 1994 in poi hanno colonizzato i quotidiani italiani, quelli scandalistici soprattutto, che sono quelli che tirano, che gli italiani leggono poco ma per i culi e le tette hanno tempo, basta chiederlo alle trans che avete tra le vostre amicizie. Ecco creato un movimento. Un movimento del fare che non si sa cosa farà.
Perché in Italia è così: bastano un nome ed un viso. Il viso rifatto chissà quante volte del Briatore nazionale. Quello che rilasciava dichiarazioni sulla e dalla Formula 1, che magari lì era anche bravino, poi sparito; quello indagato, questioni fiscali, condannato a 18 mesi e poi no i 18 mesi non glieli diamo più perché non era da condannare, e meno male per lui, e poi semiscomparso e quindi riapparso come un orribile incubo ricorrente perché l’Italia ha bisogno di lui e sente la chiamata…

Perché in Italia bastano un paio di plastiche e un aereo personale per farci un politico, perché se c’è riuscito lui allora ci farà riuscire anche a noi… Così nacque la panzana del milione di posti di lavoro di Berlusconi che stiamo ancora pagando.

Così, eccovi servito un nuovo partito con un nuovo salvatore della patria, amiche ed amici. Resta da vedere in quanti lo voteranno perché, siamo convinti, prima o poi questo paese si sveglierà dall’incubo che si è creato da solo. E magari il momento è proprio adesso.

 

 

(15 settembre 2019)

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