di Giovanna Di Rosa #TV&Radio twitter@gaiaitaliacom #Politica
E’ una domanda che ci viene spontanea e rivolgiamo – perché in questo paese nel quale si tolgono dai piedi coloro che le cantano chiare, e non sono proni al potere, o a quel potere che fa potere in quel momento, quel potere con cui bisogna confrontarsi da proni e non su basi paritarie, e quindi genuflettersi – a coloro che hanno preso la decisione dalla radio di Confindustria e per amore di Confindustria (gestendo le sorti della radio di Confindustria) di privarsi, pare per ragioni meramente politiche, o fors’anche perché i conti Oscar Giannino li sa fare, del giornalista i cui ascolti erano superiori a quelli della media della programmazione giornaliera della radio.
La rivolgiamo ora che il governo pentaleghista, nel nome del quale il sacrificio pare essere stato perpetrato, è morto. Morto ufficialmente. Conte ha dato le dimissioni ed è salito al Colle.
Non sussistendo più, dunque, le ragioni per la defenestrazione di Oscar Giannino l’antileghista inviso alla direzione della radio perché antileghista – ovvero oppositore di un governo pentaleghista a guida-ombra salviniana al quale i conti della belva possano far girare i coglioni – si dovrebbe provvedere alla riabilitazione del bravo giornalista e magari con tante scuse.
Oppure viene da pensare che ci siano proprio ragioni di antipatia personale nell’averlo fatto fuori in quel modo becero.
E francamente da quella cosa lì, da persone intelligenti che cercano di vedere il valore e non quanto qualcuno ci sia simpatico o no, potrebbe sembrare che nella serissima radio di Confindustria, che ci toccherà smettere di ascoltare, si fanno le scelte sulla base delle simpatie personali e non della professionalità.
Cosa che ci sembrerebbe così autolesionista, a parte la stupidità da dimostrare, da non poter quasi essere creduta. E sulla quale la proprietà dovrebbe riflettere seriamente.
(20 agosto 2019)
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