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HomeL'Arte vista da Emilio CampanellaL'Arte di Emilio Campanella: in ricordo di Gastone Moschin

L’Arte di Emilio Campanella: in ricordo di Gastone Moschin

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di Emilio Campanella, twitter@gaiaitaliacom

 

 

Gastone Moschin ci ha lasciati qualche giorno fa; l’età era avanzata, ma io non riuscivo ad immaginarlo diversamente dal giovanottone che interpretava Jean Valjean nello sceneggiato di Anton Giulio Majano (1964), allora si chiamavano così, insieme ad uno stuolo di attori, i migliori del teatro italiano di quegli anni. Quella era la televisione degli anni sessanta! Indimenticabile, affettuoso e protettivo, accanto a Cosette (Giulia Lazzarini). C’era stato anche Il mulino del Po, da Bacchelli (Sandro Bolchi 1963) ma non avevamo ancora la tv. Passarono gli anni e giovane appassionato di teatro, lo ritrovai come Zio Vanja in un allestimento del Teatro Stabile di Torino, per la regia di Mario Missiroli (1977), e due anni dopo, indimenticabile Mago Cotrone sempre a Torino, ancora con Missiroli, in un magnifico allestimento di Enrico Job, una meravigliosa conchiglia metallica specchiante sulla quale tutti scivolavano entrando in scena. Ilse era la straordinaria Anna Maria Guarnieri. Questo dopo le esperienze al Teatro Stabile di Genova, ed al Piccolo di Milano.

E poi fu il cinema, per questo grande poliedrico attore perfetto in ruoli drammatici e brillanti, buonissimo o perfido. Una gamma di possibilità vastissima. Questo mio ricordo è limitato a ciò che ho visto, ciò che ricordo e ciò cui sono legato maggiormente di una lunga, ricchissima carriera. Suggerisco solo alcuni film che ho molto amato: La visita, di Antonio Pietrangeli (1963), il camionista innamorato di Sandra Milo, maltrattata da François Périer, mentre il personaggio di Moschin è quello di un buono. Le stagioni del nostro amore di Florestano Vancini (1966) e dello stesso anno il Ragionier Bisigato, personaggio comico e tenerissimo in Signore & Signori di Pietro Germi. Nel 1970, Ninì Tirabusciò, elegante commedia di Maurizio Fondato, con Monica Vitti, e lo stesso anno: Il conformista di Bernardo Bertolucci in cui è il fascistissimo Maraniello, accanto a Jean Luis Trintignan. Questi titoli scelti giusto per rilevare l’ampiezza di registri e la differenza di personaggi che Gastone Moschin era in grado di sostenere con grande, convincente capacità.

Questo scritto viene dopo la conclusione della Settantaquattresima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia; la notizia del decesso di Gastone Moschin, è arrivata in pieno festival, molti hanno scritto subito, altri no. Io sono rimasto talmente colpito e commosso che ho preferito aspettare e scrivere a fine Mostra. In effetti vengo dopo il commosso e rispettoso, ed ammirato, omaggio di Radio 3 che domenica 10 settembre, ha rimandato in onda un già trasmesso Cinema alla Radio, incentrato su Signore e Signori, programma che proponeva anche interessanti interviste con l’attore. Per quel film, insieme con Olga Villi, come interprete femminile non protagonista, aveva ricevuto il Nastro d’Argento per la migliore interpretazione maschile non protagonista. Ho tralasciato molti altri film notissimi di cui tutti hanno parlato.

 




 

(16 settembre 2017)

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