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Luigi Di Maio, o della triste storia di quello che andò per suonare e rimase suonato

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di Daniele Santi #CrisidiGoverno twitter@gaiaitaliacom #Pentaleghismo

 

Si conclude così, tristemente, la fulminea – e fulminante! – epopea di un ragazzotto che nulla sapeva, nulla poteva, nulla faceva e molto straparlava. E’ il finale tristissimo di un ometto di nessunissima capacità, di grande presunzione intellettuale, sgrammaticato e incolto, ignorante di Lavoro perché mai praticollo se non in posizione pubbliche, come allo Stadio San Paolo sotto mentite spoglie di steward, che si trovò baciato da una dea tossicodipendente e alcolista e catapultato al ministero del Lavoro, lui che in televisione – quanto je piaceva annacce – riuscì a dire che su 5000 euro di stipendio lordo lo stipendiato se ne portava a casa meno di 2000. Insomma: un genio irripetibile. E per fortuna…

Il ragazzotto venne eletto capetto politico di movimentucolo nato coi soldi di non si sa chi, con sogni molti e deficienze di più, con incapacità inenarrabili ed inesplicabili entusiasmi da stadio sulla scia di battute volgari, discredito, balle spaziali sui social, dito puntato, giustizialismo da due soldi, forcaiolismo e tanta, tanta, tanta tantissima ignoranza e cattiveria, che per quei casi disperati che la sorte ci prepara lasciandoci attoniti diventa il primo partito d’Italia.

Cosa fa il genio? Prima dell’elezione promette tutto ciò che è possibile promettere. Lo capisce anche un bambino che chi troppo promette nulla mantiene, ma non gli adulti [sic] elettori italiani che ci cascano. Il giorno successivo alle elezioni fanno già la fila a Bari per il reddito di cittadinanza incazzati come bestie perché non glielo danno. Non finisce lì. L’ex steward sgrammaticato pretende la vicepresidenza del Consiglio ed il ministero del Lavoro dai quali farà solo disastri il primo dei quali è l’alleanza con la Lega di Salvini del quale diventerà diretta ed impotente emanazione, dicendo sì a tutto ciò che in campagna elettorale era no, e facendosi soffiare oltre il 20% dei voti che dal M5S si spostano alla Lega.

Un genio della politica. Un irripetibile esempio. Un uomo, una leggenda. Poi arrivano i tempo in cui il ragazzotto prova, nonostante i mezzi pochi e quei pochi in riparazione, a cantarle chiare a Salvini. Ha l’atteggiamento di chi vuole suonarle, presenta una mozione di sfiducia (che poi ritira), lancia grandi proclami (che nessuno ascolta), dice a Salvini cosa dovrebbe fare, chiede a gran voce – certo che Salvini non lo farà perché il ragazzotto si sente indispensabile, come tutti coloro che non servono a nulla salvo che a loro stessi, quando gli va bene – che la Lega faccia ciò che deve fare.

Salvini lo fa. Butta giù il governo, con il sicofante Conte, presenta una mozione di sfiducia e distrugge definitivamente la carriera politica del ragazzotto che non aveva un futuro e pensava di essere dio il quale avrà la responsabilità di avere contribuito a far diventare l’Italia una provincia di Putin, e che andava n televisione con l’aria di chi la sapeva lunga guardando i suoi interlocutori con l’aria schifata di un ragazzino al quale hanno servito un piatto che non gradisce.

Così si chiude la triste storia di un ragazzotto di campagna, di poca cultura e troppe ambizione, che partì per suonare e rimase suonato. Speriamo definitivamente.

 

(9 agosto 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 


 





 

 

 




 

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