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HomeCopertina"Integralisti d'Italia non siamo in Alabama (o forse sì)"... Dica, Direttrice Maggi

“Integralisti d’Italia non siamo in Alabama (o forse sì)”… Dica, Direttrice Maggi

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di Monica Maggi #Diritti twitter@gaiaitaliacom #Donne

 

I fratelli d’Italia inseguono l’esempio dei cugini americani. E siamo seriamente preoccupate.

In Alabama è stata approvata una legge che impedisce l’interruzione di gravidanza sempre, dicasi sempre, anche in caso di stupro o incesto. La governatrice dell’Alabama, Kay Ivey, ha firmato le norme sull’aborto approvate dal congresso dello Stato, la più restrittiva d’America, che così diventano legge. “Ho firmato. La legge afferma con forza l’idea che ogni vita è preziosa ed è un regalo di Dio” twitta Ivey. Con la firma si apre ora la battaglia legale, con le associazioni a difesa dei diritti delle donne che hanno già annunciato di voler dichiarare guerra alla misura. Intanto i medici che proveranno a praticare l’operazione rischiano la condanna a 10 anni di carcere; che diventano fino a 99 anni nel caso ne portassero a termine una. La proposta di legge è passata con 25 voti favorevoli e 6 contrari e, nel caso venisse approvata, sarebbe il provvedimento sull’aborto più restrittivo in vigore oggi negli Stati Uniti: in Georgia, un altro Stato molto conservatore, il limite per l’aborto è fissato nelle prime sei settimane di gravidanza.

E sabato 18 maggio a Roma hanno sfilato i rappresentanti e simpatizzanti del movimento ultra conservatore ProVita. Che altro ci dobbiamo aspettare?

Nella strenua difesa della legge 194 siamo così attaccate, noi donne, così ingiustamente accusate di portare questo Paese verso la desertificazione – niente figli, siamo gli ultimi in Europa – che teniamo ancora forte questa conquista ma sì, siamo stanche e tanto. Nessuno risale al cuore del problema. Come donna sento che i nostri confini sono in pericolo: il femminicidio che conta ormai vittime ogni giorno; il nostro lavoro sempre più difficile, tant’è che il reddito di cittadinanza rischia di diventare un placebo per una crisi che colpisce soprattutto noi. Un lavoro di madri arduo, così esposto alle tentazioni di una società che ci vede solo come consumatrici di cosmetici e detersivi.

Hanno lasciato l’IVA al 22 per cento sugli assorbenti, qualcuno dice che inquiniamo troppo col mestruo e che dobbiamo tornare a quelli ecologici e che si lavano [sic!]; ci dicono che se un maschio ci ammazza la colpa è nostra che non li abbiamo educati bene (pure….); guadagniamo meno degli uomini pur lavorando come e più di loro; dobbiamo fare figli al posto di quelli “…belli e confezionati” che arrivano dall’Africa (Salvini dixit); però dobbiamo anche badare alla casa, realizzarci, assistere anziani malati, essere fighe anche a settant’anni.

La cosa vergognosa è che tutte queste decisioni sul corpo delle donne vengono prese da chi donna non è. Nessuno che faccia lo sforzo di chiederci: Cosa volete davvero? Quanto vi costa dover decidere di interrompere una gravidanza?

 

 




 

 

(20 maggio 2019)

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