di Giovanna Di Rosa #pentaleghisti twitter@gaiaitaliacom #politica
Mentre il PD giocherella con i congressi e si scanna per il controllo del partito e delle poltroncine di maggioranza in segreteria chiarendo a tutti di avere perso il senso delle cose, quello della politica e anche il buon senso, direttamente dalla cometa pentaleghista di Grillology arrivano bordate allo Stato ed alle sue istituzioni che se fossimo in Maurizio Martina cercheremmo di non prendere sotto gamba.
Parliamo ad esempio dell’attacco senza precedenti sferrato dal ministro del (sotto)sviluppo economico sul Decreto Dignità e sulle osservazioni mosse dall’INPS sui suoi effetti futuri. Una nota congiunta di Di Maio e Tria afferma infatto che “in merito alla relazione tecnica, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ritiene che le stime di fonte INPS sugli effetti delle disposizioni relative ai contratti di lavoro contenute nel decreto siano prive di basi scientifiche e in quanto tali discutibili” così che la Ragioneria Generale dello Stato ha preso atto delle stime Inps ma vista l’incertezza inevitabile delle stesse ha chiesto la clausola di monitoraggio, ossia che venga svolto un monitoraggio costante sugli effetti delle disposizioni contenute nel dl Dignità. Lo afferma un articolo dell’agenzia DIRE.
E’ sempre l’agenzia DIRE che, in risposta alle osservazioni di Di Maio e Tria, pubblica le dichiarazioni del direttore generale dell’INPS Tito Boeri il quale afferma con una nota come “Le dichiarazioni contenute nella nota congiunta dei ministri Tria e Di Maio rivolgono un attacco senza precedenti alla credibilità di due istituzioni nevralgiche per la tenuta dei conti pubblici nel nostro paese e in grado di offrire supporto informativo alle scelte del Parlamento e all’opinione pubblica. Nel mirino l’INPS, reo di avere trasmesso una relazione “priva di basi scientifiche” e, di fatto, anche la stessa Ragioneria Generale dello Stato che ha bollinato una relazione tecnica che riprende in toto le stime dell’Inps”. La risposta di Boeri, del quale il ministro di tutti i Dicasteri Salvini ha chiesto le dimissioni, entra nel merito affermando che si è “limiti del negazionismo economico. Il provvedimento comporta un innalzamento del costo del lavoro per i contratti a tempo determinato e un aumento dei costi in caso di interruzione del rapporto di lavoro per i contratti a tempo indeterminato. In presenza di un inasprimento del costo del lavoro complessivo, l’evidenza empirica e la teoria economica prevedono unanimemente un impatto negativo sulla domanda di lavoro. In un’economia con disoccupazione elevata, questo significa riduzione dell’occupazione. E’ difficile stabilire l’entità di questo impatto, ma il suo segno negativo è fuori discussione. La stima dell’Inps è relativamente ottimistica. Prevede che il 10% dei contratti a tempo determinato che arrivano a 24 mesi di durata non vengano trasformati in altri contratti, ma diano luogo a flussi verso la disoccupazione riassorbiti al termine della durata della Naspi. Non si contemplano aggravi occupazionali legati alle causali. In termini assoluti l’effetto è trascurabile: si tratta dello 0,05% dell’occupazione alle dipendenze in Italia. Da notare che l’effetto, contrariamente a quanto riportato da alcuni quotidiani, non è cumulativo. In altre parole il numero totale non eccede mai le 8.000 unità in ogni anno di orizzonte delle stime. Se l’obiettivo del provvedimento era quello di garantire maggiore stabilità al lavoro e più alta produttività in futuro al prezzo di un piccolo effetto iniziale di riduzione dell’occupazione, queste stime non devono certo spaventare (…) Spaventa invece questa campagna contro chi cerca di porre su basi oggettive il confronto pubblico. Consapevoli dell’incertezza che circonda le stime svolgeremo, come sempre, il monitoraggio attento, che peraltro la legge ci richiede. Ma sin d’ora, di fronte a questi nuovi attacchi – e a quelli ulteriori del ministro Salvini – non posso che ribadire che i dati non si fanno intimidire”.
Questo è stato l’andazzo del fine settimana di fuoco che le corazzate pentaleghiste hanno scatenato contro le istituzioni mentre il PD e la nuova segreteria erano occupati a scagliarsi addosso le pietre della colpa e della vergogna dimostrando al paese quanto poco gli importi di dove vanno le cose e quanto poco siano capaci di governare l’opinione pubblica, attenti come sono soltanto alle loro beghe interne.
Il famoso “aprire la scatoletta di tonno” significava proprio questo, signori delle opposizioni, e signori Baroni del PD. Significava delegittimazione sistematica delle Istituzioni per instaurare una nuova forma stato secondo i dettami della Setta di Grillology ora al potere insieme alla Lega.
Proprio mentre occorre darsi da fare sul serio, il segretario Martina ed il suo consesso di chiacchieroni perdono tempo in giocherelli interni per la conquista della poltrona e del controllo del partito da parte di una o dell’altra squadra. Finiranno a mollo.
(15 luglio 2018)
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