di Giancarlo Grassi #politica twitter@gaiaitaliacomlo #governo
Con la straordinaria notizia di Luigi Di Maio ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ritengo di avere visto tutto ciò che voi umani non potevate nemmeno immaginare, quindi rimetto la mia anima al destino. E ne faccia ciò che vuole.
Con questa notizia, e quella del possibile presidente del Consiglio, altro capolavoro dell’orrenda creatura gialloverde che sbava odio e razzismo, siamo praticamente arrivati alla fine di questo patetico viaggio lungo gli 87 giorni che hanno separato il 4 marzo 2017 dalla formazione del governo, o perlomeno, dall’accordo che potrebbe sancire la nascita del governo di cui si parla tantissimo, che servirà a pochissimo, durerà ancor meno, ed occuperà le 147 poltrone che sono da occupare. E se non si faceva il governo le nomine toccava che le facesse Gentiloni.
Ecco perché improvvisamente il governo è diventato urgente. Ci sono stipendi da distribuire e poltrone da scaldare. Perché le partecipate in certe vite sono tutto.
E tutto viene fatto esattamente come è stato fatto sempre, solo peggio e millantando coerenza ed onestà; è un tutto chedurerà il tempo necessario per dire che c’hanno provato e per permettere al M5S di trovare una strategia decente per dare la colpa a Salvini, incolparlo di essere schiavo di Berlusconi e gridare di tornare al voto, al voto, al voto. Già si avvertono i primi scricchiolii, e nemmeno hanno visto Mattarella (scrivo alle 16.49 del 21 maggio e l’inizio degli incontri con il presidente della Repubblica è fissato per le 17.30), su questioni delicate sulle quali la Lega non sorvola, come la questione Tav, ad esempio. Luigino Di Maio ha infatti affermato che andrà da Macron e gli dirà “On n’est faits rien. On n’est pas d’icí [cit.]” perché lui e Macron si parlano al telefono come Berlusconi faceva con Mitterand, ma ci ha pensato Matteo Salvini a rispondergli direttamente, senza bisogno di scomodare il presidente francese.
“Leggetevi il contratto”, ha detto all’ex steward che ora è anche un po’ ministro, “non c’è il blocco della Tav. Ci sono progetti che verranno riesaminati, altri confermati, altri ridiscussi”.
Secondo un sondaggio dell’Istituto Piepoli addirittura soltanto il 19% degli Italiani crede che il governo non morirà prematuramente, anche se più che di morte prematura parlerei di governicidio preterintenzionale, la stragrande maggioranza pensa che il governo gialloverde (o gialloblu, decidetevi!) morirà entro l’anno o al massimo entro dodici mesi.
Per ora ciò che si vede è la straordinarietà della figura del leaderino costruito in laboratorio dalla Casaleggio srl, padrona del M5S insieme al Sacro Guitto, che si confronta con le competenze dell’ex Ministro Calenda. Lui, il leaderino, che non ha mai fatto nulla in vita sua. Vero è che anche al ministero del Lavoro non dovrà fare granché, avendo promesso il fantomatico ed impossibile reddito di cittadinanza da 780 euro al mese a 9 milioni di Italiani (leggete qui per sapere quanto fa).
Nel frattempo lo spread sfonda quota 180 punti. Tanto sono i risparmi degli italiani (anche di quelli che hanno votato Lega e M5S) a saltare in aria.
(21 maggio 2018)
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