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HomeDico quello che mi pare...... tanto poi la colpa è di Matteo Renzi

… tanto poi la colpa è di Matteo Renzi

foto: Corriere.it

di Giancarlo Grassi #matteorenzi twitter@gaiaitaliacom #politica

 

 

In questi giorni abbiamo visto qual’è il grande, enorme problema della politica italiana. E quel problema non è un partito i cui contorni sono sempre più sfumati, la cui dirigenza sempre più oscura, i cui obbiettivi sempre più confusi, gestito da una srl e da un guitto e formato da gente che non ha né arte né parte, che pur essendo il primo partito continua a spaccare il paese senza essere capace di formare un governo e poi dà la colpa al PD; il problema di questo paese non è una coalizione di destra sempre più populista e sempre più a destra, il cui primo partito deve 49milioni allo Stato che pretende di governare ed il cui fondatore ha il quinto dello stipendio sequestrato, il suo ricorso è stato rigettato, faccenduola sulla quale le televisioni e le radio di regime allegramente si tacciono; il cui leader incaricato [sic] vaga da una tv all’altra minacciando gli enti locali di non permettergli di usare certi nomi alle manifestazioni culturali piuttosto che certi altri (aggiungendo “Sto scherzando” perché si rende conto di averla detta grossa, [su Rainews24.it, era il 2maggio 2018 attorno a mezzogiorno]…

I problemi della politica italiana non sono questi, no. I problemi della politica italiana sono uno solo. Quel problema è Matteo Renzi. E’ bastata una sua apparizione televisiva, dove ha detto ciò che pensava, per scatenare un putiferio, dentro e fuori il suo partito, e perché voci altissime e tutte isteriche si levassero ad invocare il suo silenzio. Cosa ha fatto Renzi? Ha rotto un giochino, ha interrotto una tiritera, ha ricordato che l’ultima direzione del PD aveva deciso per il “No” alla fiducia al governo. Lo ha fatto in televisione, questo è stato il delitto. Perché, lo ha detto Gianni Cuperlo, a Repubblica, non si parla di politica in televisione lo si fa nelle sedi di partito. Gianni Cuperlo è uno di quelli che lo faceva, di parlare di politica per contestare Renzi, da ogni luogo possibile. E non erano mai le sedi del partito.

Maurizio Martina, franceschiniano e non francescano, insorgeva: “Non si può governare un partito in questo modo” e lo diceva subito dopo l’intervento di Renzi su Rai1 dopo che per settimane qualsiasi esponente del PD aveva dato la sua opinione su qualsiasi argomento che avesse a che fare con la politica del PD, dettando la linea, suggerendo, immaginando, proponendo, insomma, delirando. Loro potevano, Renzi no. Quale è stato il delitto di Matteo Renzi? Dire che lui un governo con il M5S non lo avrebbe votato. Non ha naturalmente parlato solo a titolo personale. In direzione, fino a quella del 3 maggio quando si scanneranno mangiandosi vivi, il dimissionario Renzi controlla ancora la maggioranza. Renzi aveva ascoltato anche i componenti di quel movimento #senzadime che da mesi avvertono che qualora il PD dovesse andare al governo con il M5S, straccerebbero la tessera, non voterebbero più il partito e si staccherebbero definitivamente da ogni tipo di rapporto col PD. Non sono quattro gatti e non sono robot. Sono persone. E sono moltissime.

L’avevamo scritto in tempi non sospetti che sarebbe stata colpa del PD. Ora scriviamo che comunque vada sarà colpa di Matteo Renzi. Perché è tanto ingombrante la presenza del politico fiorentino starà ai politologi che in numero sempre più elevato popolano il web, la televisione, i giornali, Twitter e Facebook spiegarcelo. I commenti saranno per lo più volgari e veicolati dall’odio più che dalle reali questioni, perché più aumenta l’ignoranza più si è capito tutto e questo povero paese, dove prima si eleva una persona a dio e poi lo si addita come unico responsabile di ogni male, fottuto da sé stesso prima che dal destino cui dà la colpa, sarà finalmente felice di essersi tolto dai piedi il maggiore responsabile di tutti i disastri italiani. Quale la sua colpa maggiore? Aver provato a cambiare l’Italia. Magari nel modo sbagliato. Ma almeno c’ha provato.

 





 

(2 maggio 2018)

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