di Giancarlo Grassi #politica twitter@gaiaitaliacom #giannicuperlo
Pare che Gianni Cuperlo se ne sia uscito con una delle sue favolose circonlocuzioni e che abbia affermato: “Un partito non discute la sua linea negli studi televisivi, ma convoca i suoi organi” che detto da uno che ha dato la sua inutile opinione su qualsiasi questione legata “al partito” in tutte le sedi e su tutti i quotidiani, che non sono notoriamente organi collegiali del PD, suona come l’ennesimo colpo di coda della vecchia e asfittica dirigenza del PD – quella che ha veramente distrutto la sinistra, altro che dare la colpa a Renzi – che non può accettare che la politica e gli Italiani non li vogliano più tra i coglioni. Ed il vergognoso risultato di LeU alle elezioni ne è la prova.
A confermare [sic] la tesi del Gianni Cuperlo che sedeva al tavolo di un bar di una nota trasmissione di una notissima televisione come Sky pontificando su tutto ciò che non avrebbe dovuto fare Renzi, perché anche Sky è notoriamente un organo collegiale del PD, anche un altro autorevole esponente Dem che ha dichiarato al Corriere, altro organo collegiale [sic] del PD, che è giusto sedersi al tavolo a trattare con il M5S.
Gianni Cuperlo è poi intervenuto anche a Repubblica, altro organo collegiale del PD, stimolato dall’altro anti-Renzi Massimo Giannini, il cui fallimentare programma televisivo dev’essere stato causato dal segretario dimissionario del PD, ed ha regalato un altra delle sue frasi sibilline che sembrano dire tutto, ma nascondono soltanto il vuoto pneumatico che è tipico delle rivoluzioni cuperliane: “A questo punto la direzione del Pd dovrebbe cambiare l’ordine del giorno, ovvero la preparazione di una nuova campagna elettorale, cioè una cosa da far tremare i polsi”. Non ha specificato a chi.
Fa pensare che l’insorgere del Gianni Cuperlo anti-Renzi abbia seguito il silenzio del Gianni Cuperlo pro-poltrona (e a tutti i costi) relativo alla questione dell’accordo (im)possibile tra il M5S ed il PD per il governo prossimo venturo che non ci sarà perché Di Maio non ha mai voluto farlo. Segue anche il silenzio di Gianni Cuperlo pro-D’Alema dopo il “La pagheranno” del leaderino teleguidato da Grillo & Casaleggio.
Ora, lo scrivo da commentatore e non da renziano (ricordo ai miei lettori che io ho optato per l’annullamento della mia scheda elettorale come scelta di campo), sarebbe il momenti per il PD di essere lasciato alla mercé di Gianni Cuperlo e di quelli come lui – che sono tanti! – che vogliono continuare a considerarsi di sinistra essendo invece parte della grasse fila della destra italiana, abbandonando questo catafalco di partito alle mani distruttrici di D’Alema, Bersani, Cuperlo, Emiliano ed esponenti di una politica che non c’è più per fondare qualcosa di veramente nuovo, con gente veramente nuova e programmi veramente riformatori.
Per farlo ci vogliono cose che è quando ce n’è bisogno che si deve dimostrare di avere.
(30 aprile 2018)
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