di Il Capo #elezioni2018 twitter@gaiaitaliacom #politica
Ho vissuto, e votato, in differenti paesi europei secondo la Legge che permette agli stranieri di votare per le elezioni amministrative, anche se non per le politiche. Sempre, negli anni passati all’estero, ho fatto politica attiva perché fare politica è capire un paese. Ed è capire i suoi abitanti.
Scrivo una banalità affermando che in ogni paese nel quale ho vissuto e partecipato alla vita politica del paese, anche qualora si fosse trattato solo di informarmi al meglio delle mie possibilità, la fantasia dei politici si sbizzarrisce, ci sono promesse, ma mai come in Italia in questo 2018 ho sentito e letto tante balle tutte insieme. La spudoratezza della classe politica italiana è direttamente proporzionale alla creduloneria del popolo che va a votare. Nessun paese dove ho vissuto, e sono diversi, ha la sfiga di avere cittadini disposti a credere veramente a tutto – o quasi – pur di delegare a qualcun altro la responsabilità del governo e di avere qualcuno sul quale scaricare la propria rabbia ed insoddisfazione il giorno successivo. Gli spagnoli si avvicinano agli Italiani, ma i politici di quel paese – Mariano Rajoy a parte – sono assai lontani dalla spudoratezza di quelli italiani. E guadagnano molto meno della metà.
Così mi ritrovo a vedere una sinistra che vaneggia di gratuità di studi e chissà cos’altro senza possedere uno straccio di programma visibile che non sia la certezza che le cose andranno bene semplicemente perché esiste una sinistra, quando la sinistra Italiana – dalla morte di Berlinguer in poi – ciò che ha fatto è stato perdere elezioni e far cadere governi di centrosinistra nel bel mezzo della loro azioni riformatrice. I neofascisti, i più pericolosi e visibili d’Europa, inseminano le menti semplici con i loro slogan carichi d’odio, vaneggiano di pulizie, vogliono andare al governo contro le dittature degli altri partiti, quando gli unici dittatori sono loro. Ci sono poi i vegliardi che hanno fottuto l’Italia per 25 anni che continuano con la stessa disgustosa manfrina, resa ancora più disgustosa da dentiere ballerine in diretta tivù, che continuano a vaneggiare di miracoli mai avvenuti – e non si capisce perché si dovrebbero avverare ora – in combutta con un partito indagato per problemucci da 48milioni di euro con lo Stato Italiano che pretende di andare a governare ed un partito di estrema destra la cui leader non sa far altro che non sia gridare. Infine una coalizione di centrosinistra che ha ottenuto anche alcuni risultati negli ultimi cinque anni, ma che continua a venderli come se si trattasse di oro dimenticandosi che esistono anche conti che vanno rispettati e i cui cento punti presentati, per quanto ragionevoli, rischiano di essere meri slogan nella giungla di altri meri slogan. Quindi un movimento che si nutre del peggior populismo possibile, quello che nasce dalla rabbia degli ultimi che sono ultimi perché perdono più tempo ad invidiare i primi che a darsi da fare per farsi una vita, e che ha offerto posti facili dove non fare nulla a 15mila euro al mese a disoccupati, incolti, sgrammaticati e nullafacenti: lo stesso genere di italiano che cercava la fama al Grande Fratello ora può trovarla candidandosi con loro. Il famoso giro di boa.
Questo è, volgarizzato, il desolante panorama che ci attende il 4 marzo e ci attenderà il 5. Per l’ennesima volta assisteremo ad una sequela di lamentele, offese, insulti, insoddisfazioni e di indici puntati verso coloro che saranno stati baciati dalla dea poltrona, in Italiano volgare poltrona sta per fortuna. Fino a quando continuerà in questo modo non è determinato dalla classe politica, ma da quando coloro che sono stati disposti fino ad oggi a credere a qualsiasi messia che abbia detto ci penso io, si sveglieranno e decideranno di capire dove stanno e che ruolo possono avere attraverso il loro voto.
(19 febbraio 2018)
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