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Berlusconi lancia il suo “Allarme son Grillini”, ma prima del referendum era con loro. Patetica politichetta

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di Giovanna Di Rosa

 

 

 

 

E così Silvio Berlusconi da Arcore irrompe di nuovo sulla scena politica italiana al grido di “Allarmi son Grillini!” e si sente chiamato, legittimato, nuovamente unto dal signore insomma, per un nuovo miracolo italiano, Perché quelli del M5S non bastano. Un colpo ai grillini e l’altro a Salvini: Berlusconi è un geniaccio, non c’è che dire. Ma ha 81 anni. Ed anche lì non c’è che dire.

L’annuncio della sua discesa in campo “oggi contro i grillini come ieri contro i comunisti” non è esattamente la stessa cosa del 1994: perché allora i comunisti non c’erano, mentre oggi i grillini sì. I cosiddetti comunisti non avevano pulsioni autoritarie, ce le aveva Berlusconi, mentre i grillini sì, ma non bisogna andare tanto per il sottile, perché ciò che gli orfani del dio Berlusca (che non è una bestemmia) speravano si è verificato – finalmente! – durante l’annuale convention di Publitalia andata in scena al Museo del Genio e delle Armi di Roma quando il nano da Arcore irrompeva interrompendo l’atmosfera godereccia di fine serata. Berlusconi arrivava inaspettato come ogni condottiero, gelando gli astanti per riscaldarli subito dopo, con una quarantina di minuti di discorso a vanvera – ops, a braccio – fagocitato dagli applausi dei fedelissimi che non si sa mai che perdiamo il posto.

“Se vanno al governo, magari con Davigo” – grida il berlu“io mi trasferisco su un’isola deserta”, che uno alla fine un po’ ci spera anche. Nei grillini, mica in Davigo. Dopodiché accusa, lui che ha devastato con le sue televisioni la cultura italiana, lui che con il suo allineare il sapere verso il basso ha distrutto l’idea di letteratura in Italia, lui dice che “I grillini sono ignoranti” ed è assai difficile dargli torto. Nessuno però gli ricorda, e come potrebbe stando alla convention di Publitalia, che i demenziali grillini sono quelli che stavano davanti alle sue televisioni svuotate di contenuti ed ascoltavano i suoi discorsi infarciti di non importa il valore basta essere al posto giusto nel momento giusto. Verrebbe quasi da pensare che il berlu se li sia tirati su apposta, i demenziali grillini, per avere un nuovo nemico da combattere che non fossero i comunisti. Dato che quelli che lui ha chiamato comunisti per vent’anni eran già morti nel 1968. Basti pensare a D’Alema.

Dunque, il berlu imbolsito, grasso e ottantunenne, torna a scendere in campo. Tra un po’ lo farà con le stampelle, ma è l’intenzione che conta. Quella stessa intenzione che nel ’92 lo portò sulla scena politica per salvarsi le terga nel ciclone di Tangentopoli, oggi lo porta a candidarsi di nuovo per evitare un Davigo: ci sembra sempre la solita discesa in politica per farmi un po’ “i cazzi miei”, che Google ci perdoni.

Quindi dimenticandosi di essere stato pro-Grillo contro il referendum costituzionale che ha fatto saltare le riforme, di avere dichiarato il suo amore per Di Maio e Di Battista, ora cambia opinione e riferendosi ai due guitti sgrammaticati dice di loro che “sono ragazzi che non hanno studiato, non sono preparati (…) Potevamo andare subito alle elezioni. Questo non è successo perché molti grillini in Parlamento l’hanno impedito. Non hanno un lavoro a cui tornare, per questo hanno preferito conservare gli stipendi fino alla fine della legislatura…”. Dice che Grillo prendeva compensi in nero.

Tace miseramene, il vecchietto di Arcore, sui suoi guai giudiziari. Perché davvero non è aria.

Ancor meno dice delle sue promesse disattese, dei suoi processi, dei suoi elogi all’ignoranza in favore dell’opportunismo tout court e delle sue responsabilità nella formazione di una generazione di incapaci incolti che sono cresciuti a pane e programmi Mediaset, ma che volete aspettarvi.

Doveva sistemare in un colpo solo grillini e Salvini e lo ha fatto a casa sua, al termine della convention di Publitalia. Il solito geniaccio del male. Nel nome di mammà e dell’annticomunismo, anzi no, dell’antigrillismo. Lo spettacolo è appena iniziato. Proprio ora che i vecchi comunisti che si eran riciclati ex comunisti si riciclano neo-comunisti. Favoloso. Una gerontoitalia imperdibile.

 

 

 

(23 giugno 2017)

 





 

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