di Gianfranco Maccaferri twitter@gfm1803
Preambolo con domanda: una donna, vedova con due figli piccoli, disoccupata… la società deve sostenerla?
All’unisono tutti rispondiamo: certo che sì! Sono felice se le mie tasse aiutano situazioni sociali in difficoltà. Così che ecco la storia in breve, molto cruda.
Una ragazza italiana si fidanza con un ragazzo arabo (con permesso di soggiorno scaduto) perché fortemente attratta da quel genere di maschio e tutti i falsi benpensanti ne sono felici per l’integrazione che ne consegue (tranne la famiglia di lei… normalmente anti razzisti ma verso chi sta con la loro piccola creatura fanno fatica a mascherare l’ipocrisia). La signorina è disoccupata come il ragazzo e dopo pochi mesi lei scopre di essere incinta! Tutti pensano che sia lui ad averlo voluto per mettersi a posto con i documenti italiani… invece no. La signorina ha escogitato un modo per tenersi legato e ben stretto il ragazzo che ama. Lei riesce a farsi assumere in una struttura turistica di alta quota omettendo di essere incinta e dopo il periodo di prova finge di scoprire che, forse, è incinta e va dal medico che la obbliga a stare a casa: lavoro troppo faticoso e l’alta quota potrebbe pregiudicare la maternità! Così torna felicemente dall’amato e per oltre un anno vivono con lo stipendio pieno, poi ridotto ma integrato dall’assegno di maternità.
Nasce una bimba e i due ragazzi solo allora si pongono le domande: dove viviamo? Cosa diamo da mangiare alla figlia? Così inizia la processione ai servizi sociali-assistenziali. Ottima mossa: alloggio per emergenza abitativa e contributo mensile per sussistenza famigliare.
Passa il tempo e la disoccupazione diventa cronica anzi, lui si permette anche di licenziarsi nel periodo di prova per questioni di orario, di lontananza da casa, di incompatibilità verso i colleghi o il datore di lavoro… E così fanno un secondo figlio. Maschio!
Altra processione ai servizi sociali-assistenziali per evidenziare la situazione davvero insostenibile finanziariamente. L’uomo (a 28 anni, padre di due figli, si è uomini e non ragazzi tardo-adolescenti) purtroppo e molto tragicamente muore per un futile litigio alcolico con un connazionale, evidenziando la scarsa maturità/consapevolezza della responsabilità di essere padre.
Lei si ritrova ad essere vedova con due figli, disoccupata, residente in un alloggio di emergenza abitativa.
Cosa fa e cosa pensa?
Altra processione ai servizi sociali-assistenziali e così si aggiorna la situazione: i bimbi gratuitamente frequenteranno gli asili cittadini e per lei i servizi sociali con fatica trovano un piccolo lavoro di alcune ore giornaliere. Tutto risolto e prospettiva decorosa per il futuro?
No! Lei vuole cambiare casa perché l’attuale abitazione le ricorda il marito… ma contemporaneamente si porta a letto cloni del marito per divertirsi cercando affetto e sicurezza. Non prende anticoncezionali (tutto lascia pensare a incastrarne uno, magari che sia serio sul lavoro per risolvere l’economia della famiglia), si fa le canne quotidianamente per cercare relax, in casa, anche in compagnia di altri fattoni nullafacenti, e si lamenta del lavoro davvero umiliante e da sfruttati che i servizi sociali le hanno faticosamente trovato, oltre che per la miseria finanziaria che le concedono questi uffici di gente incompetente e senza voglia di risolvere le situazioni reali come la sua.
Il preambolo è stato: una donna, vedova con due figli piccoli, disoccupata… La società deve sostenerla?
All’unisono tutti abbiamo risposto: certo che sì! Sono felice se le mie tasse aiutano situazioni sociali in difficoltà. Adesso che si conosce la storia viene da domandarsi: ma è una scema, una furba, una disadattata? Una che ha capito molte cose o una che non ci arriva?
Cara ragazza/donna italiana, hai deciso di fare in modo consapevole e programmato ben due figli con un ragazzo disoccupato cronico esattamente come te? Ci spieghi il perché oggi tutti noi (che è la società in cui vivi) dovremmo aiutarti? Essendo donna italiana sapevi perfettamente le regole, anche brutali, di questa società e quelle dell’economia familiare, del costo di allevare figli, del loro mantenimento per almeno due decenni, delle loro esigenze… Tutto sapevi e hai fatto una scelta precisa, consapevole e poi, non soddisfatta, l’hai ripetuta.
E se i servizi sociali, semplicemente per una questione di considerarti adulta e consapevole nelle scelte fatte, ti dicessero: Arrangiati! Tu cosa fai? Come compreresti le tue canne, oltre alla pastasciutta per i figli?
Ovvio che i bambini vanno salvaguardati e protetti… ma molto probabilmente anche da te, per quanto e come hai dimostrato di essere madre. Certo che hai un forte legame con i tuoi due bimbi ma “voler bene” e “amare” gli altri, compresi i propri figli, è difficilissimo, perché è andare molto oltre l’affetto e l’istinto naturale di madre, è un percorso intimo che cancella il proprio egoismo, egocentrismo, le proprie esigenze. Discorso difficile…
Il tuo “amore” per i due bambini è farli vivere in una casa con fattoni e canne tutte le sere, tra ragazzi che si divertono con la madre e che ciclicamente cambiano volto senza mai essere un riferimento continuativo per loro? E’ sottrargli risorse finanziarie per finanziare le canne utili all’indispensabile relax? E’ crescerli senza un futuro se non quello di frequentare i servizi socio-assistenziali per ottenere la sopravvivenza o un minimo di istruzione?
E poi ci sono i nonni che, come spesso accade, sfamano i nipotini cercando di sopperire alle carenze, ai vizi, all’immaturità, alla stupidità dei figli da loro allevati.
… Io sono diventato intollerante ai parassiti della società, ma solo a quelli che coscientemente decidono di essere dei parassiti!
(12 giugno 2017)
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