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Ricordate il M5S a Bersani, “La società siamo noi”? Ebbene è tristemente così

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di Giancarlo Grassi

 

 

 

 

 

Erano i tempi dei trionfi di Pierluigi Bersani, di quando partiva all’avventura e “smachiava i gziaguari”, salvo poi vincere le elezioni di 0,2 punti e trovarsi faccia a faccia con due bradipi come Vito Crimi e Roberta Lombardi e, in streaming live, prenderle di santa ragione rimediando la stessa serie di “no” che lo stesso Bersani avrebbe poi rifilato a Renzi pochi anni dopo. Mentre Bersani, dopo avere secondo lui “smacchiato il giaguaro” è diventato “l’amico del giaguaro”, e ha fondato una nuova, nobilissima, forza politica del 3% per perpetuare l’italica tradizione del veto dei partitini, lui che è sempre stato, a parole, per la governabilità.

Dal 2013 di acqua ne è passata sotto i ponti, il M5S è sempre quello, intollerante, bellicoso, ignorante e scalcagnato, che prendeva a schiaffoni Bersani il quale, convinto di avere imparato almeno una lezione, si è illuso di prendere a schiaffoni Matteo Renzi da fuori il PD, ma invece a “pettinare le bambole”, c’è tornato Bersani, dato che non solo il Giaguaro e l’Amico del Giaguaro hanno messo insieme un partitino ridicolo che sopravviverà a seconda della soglia di sbarramento che sarà capace di strappare, ma non sono nemmeno riusciti a far perdere la segreteria all’ex premier che, nuovamente, l’ha stravinta.

Oggi Bersani è sui giornali come se contasse qualcosa più del 3% di Mdp per prendersela con la nuova proposta elettorale che, venuta meno quella che il Giaguaro ed i suoi amici dovevano fare in due settimane, venuta meno la riforma costituzionale che – sempre loro – avrebbero dovuto fare in due mesi, non è naturalmente all’altezza delle aspettative bersaniane, perché Pierluigi, lo sappiamo, non sta lì a “pettinare le bambole”, lui è uno che riesce a perdere elezioni già stravinte, quindi sa come si deve fare una campagna elettorale ergo anche una legge.

Al quotidiano La Stampa, Pierluigi Bersani ha dichiarato che dopo aver letto il “testo, nero su bianco, della proposta Pd” teme di dover consigliare a “Prodi e Pisapia” di “riconsiderare le loro pur cautissime aperture”. Continua l’uomo che “smachiava i gziaguari”: “Questa proposta non c’entra un bel nulla con il Mattarellum. Qui c’è una scheda sola, non due. Qui si allude non certo alla coalizione ma piuttosto a confuse accozzaglie a fini elettorali fra forze che il giorno dopo riprendono la loro strada”, non è ciò che ha fatto la Sinistrina di Vendola subito dopo le elezioni del 2013? Dopodiché l’uomo che ha fatto elezioni con il Porcellum senza battere ciglio, ha pronto il fendente: “Non si garantisce la governabilità, si lede la rappresentanza e si abbonda nei nominati. Siamo all’ennesima e pasticciata invenzione dell’ultima ora. Se ci fosse senso di responsabilità si sentirebbe l’esigenza di presentare agli italiani ormai insofferenti un sistema che avesse già dimostrato di funzionare. Il Mattarellum davvero, oppure il tedesco, oppure il francese, oppure lo spagnolo o il portoghese o l’inglese. Qualcosa che esista insomma. Basta con le invenzioni”. Dunque la proposta di Pierluigi Bersani è quella di utilizzare il Mattarellum, oppure il sistema tedesco, o quello francese, o quello spagnolo o portoghese. Quando si dice avere le idee chiare e saperle spiegare, no?

Leggendo l’intervento di Pierluigi Bersani sul quotidiano torinese  e sulla sua pagina Facebook, riesce difficile credere di avere a che fare con lo stesso presidente che splendidamente governò l’Emilia Romagna qualche lustro fa. Torna invece alla mente il famoso streaming di cui sopra, durante il quale Roberta Lombardi – accecata dal furore e dall’ignoranza istituzionale, oltre che dal sembrare una mestrina di provincia malvestita e poco educata che stava finalmente nella stanza dei bottoni – si rivolse a Bersani e sprezzante gli disse: “La società siamo noi”. Ebbene il farneticare bersaniano dà ragione proprio a Lombardi: se la società sono loro non è certo con i Bersani, i giaguari, gli amici dei giaguari, i loro maneggi e la loro incapacità di decisione che l’Italia uscirà dalla palude politica nella quale si trova e che, di questi incapaci, riusciremo a liberarci. E verrebbe davvero da inneggiare ad una soglia di sbarramento all’8% se non fosse evidente che, e Bersani lo sa, saranno costretti – loro del 3% – a fare una coalizione, e che saranno proprio loro, dopo averla fatta, ad uscirne subito dopo le elezioni. Perché sono tutti un po’ Nichi Vendola, in fondo in fondo…

 

 

 

(18 maggio 2017)




 

 

 

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