di Daniele Santi
Parlare di mafia, ‘ndrangheta e cosette così non è conveniente, per i politici urlatori, soprattutto perché quando si parla di cosette così non ci si può basare sui mal di pancia, ma bisogna dare dati certi, altrimenti sono guai. Molto più comodo sparlare a vanvera di ONG corrotte non meglio identificate e di traffici di cui si sa poco e sui quali ci si inventa molto. Gli arresti come quelli effettuati nelle ultime ore, 68 persone in manette, compreso un parroco – un colpo al cuore per certi uomini di fede alla Salvini – hanno invece bisogno di prove certe sennò non servono a nulla, al contrario delle grida da social che provocano polemiche e polveroni strumentali.
Lo scandalo investe uno dei Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA), il più grande d’Europa che, secondo quanto scrive Repubblica, era in mano alla ‘Ndrangheta da dieci anni. Ben 103 milioni di euro stanziati dalla Ue per il Cara, e che lo stato ha girato dal 2006 al 2015 al CARA di Crotone, hanno foraggiato la malavita che se n’è intascata ben 36 milioni, tuttio finiti alla cosca degli Arena: è l’ultima inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ha portato all’arresto di 68 persone, tra loro anche il presidente della sezione calabrese e lucana della Confraternita delle Misericordie, che da dieci anni gestisce il Cara di Isola Capo Rizzuto, ed il parroco del paese, don Edoardo Scordio, entrambi accusati a vario titolo di associazione mafiosa, oltre a vari reati finanziari e di diversi casi di malversazione, reati aggravati dalle finalità mafiose. Il clan Arena sarebbe stato sgominato e le indagini di Carabinieri del Ros, guidati dal generale Giuseppe Governale, in collaborazione con i finanzieri della Tributaria di Crotone, avrebbero fatto emergere che in mano al clan erano finiti catering, appalti alle lavanderie, lenzuola, cibo, personale addetto. Il presidente della Confraternita delle Misericordie avrebbe stretto accordi con don Scordio, parroco di Isola di Capo Rizzuto e tra i fondatori delle Misericordie, per accaparrarsi tutti i subappalti.
Ora attendiamo i sagaci commenti di Salvini e Di Maio che sicuramente, dall’alto della loro profonda saggezza sapranno offrirci parole sensate.
(15 maggio 2017)
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