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HomeNotizieInteressa?I buoni consigli di Pisapia per "rifare l'Ulivo" con chi "l'Ulivo"...

I buoni consigli di Pisapia per “rifare l’Ulivo” [sic] con chi “l’Ulivo” l’ha fatto saltare in aria

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di Daniele Santi

 

 

 

 

 

L’ex sindaco di Milano Pisapia, un ottimo sindaco dicono molti milanesi, si è trasformato nel guru politico di quella che dovrebbe essere la nuova coalizione ulivista che sgretolerà la destra populista, xenofoba, omofoba, tuttofoba e modernofoba, in nome del ritorno del passato. Qualcuno ci spiegherà, a noi che siamo scemi, perché quando in questo paese si guarda al futuro lo si fa guardando il passato, soprattutto ad un passato che ha fallito, clamorosamente, per motivi che sono noti a tutti, ma non a Pisapia.

Dunque l’ex sindaco di Milano consiglia a Renzi di rimettere in piedi i cocci dell’Ulivo dimenticandosi che l’Ulivo è il PD, e chiedendo all’ex premier di fare una coalizione con D’Alema che ha appena diretto la scissione del partito a favore di Mdp (esisteva forse sigla più infelice?). Renzi risponde che non si fanno alleanze con chi provoca scissioni ed è un signore nel non ricordare anche che non si può rifare l’Ulivo con chi l’Ulivo lo ha distrutto. Pisapia poi fa gli infelici esempi di Rifondazione e Comunisti Italiani e delle coalizioni delle quali i due partiti permisero la nascita, dimenticandosi colpevolmente di citare come naufragarono quelle coalizioni e quei governi guidati da Prodi. In quanto poi alle accuse a Renzi di guardare a destra sarebbe bene ricordarsi anche di quando Massimo D’Alema costruì il suo governo con i voti di Mastella e del suo partitucolo nato appositamente per quello scopo.

I consigli di Pisapia alla fine non fanno male al PD. Molto ne fanno invece a chi a D’Alema ed allegri scissionisti, vedi Andrea Orlando ad esempio, Michele Emiliano ad esempio, un paio di correntine interne al PD i cui leader sono noti ed eviteremo di citare qui, gente che non ha nessun programma di governo reale se non una disordinata e caciarona vaga intenzione, che di politico ha assai poco, di rimanere nel PD per rompere le scatole a Renzi. Secondo Pisapia si potrebbe evitare il quotidiano redde rationem ricostruendo la coalizione di centro sinistra? Perché, chiediamo a Pisapia, invece di ragionare di una politica che si muove per slogan molti e proposte poche, si consiglia di praticare l’arte del compromesso per coalizioni di dubbia durata, senza nemmeno curarsi del fatto che la Legge elettorale ancora non c’è? Se proprio si ha così a cuore la governabilità dell’Italia perché non si spinge affinché si trovi la quadra per una legge elettorale sensata, tipo quella francese?

Non sarà che la nostalgia del passato travestita da progressismo che tanto male ha fatto all’Italia continua a sembrare la via più praticabile perché non se ne vuole trovare nessun’altra?




(29 aprile 2017)

 

 

 

 

 

 

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