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Gran Galà della Scissione del PD: non li vuole tra i piedi nemmeno Rosy Bindi

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foto ANSA/GIUSEPPE LAMI

di Giancarlo Grassi

 

 

 

 

 

Nemmeno Rosy Bindi li segue. Tra i trentadue che seguiranno D’Alema, Bersani e Speranza nel Movimento Costituente per una Nuova Sinistra (nuova?!?) che si appresta ad essere varato in parlamento, fedele al governo Gentiloni – che nel linguaggio d’alemiano significa “pronti a farlo fuori non appena possibile” – non c’è nemmeno lei, quella che chiamavano la “pasionaria”, quella che è riuscita a salire su tutte le poltrone possibili senza che nessuno nel paese, né nel suo partito, capisse il perché, lei che è ferocemente contro il segretario Matteo Renzi e che si imbestialisce più per una critica contro di lei che contro le porcate dei mafiosi. Con Bindi rimane nel PD anche Barbara Pollastrini, un’altra delle cariatidi della politica che una ventina d’anni fa – era Ministra per le Pari Opportunità – ascoltammo fare un lunghissimo discorso sulle coppie dello stesso sesso senza che riuscisse a pronunciare mai le parole “omosessuale”, “gay” o “lesbica”. Era la Festa de l’Unità di Bologna. Non c’era ancora il PD, ma loro stavano già là; come quegli altri fuoriusciti che sono già stati del PCI, del PDS, dei DS, del PD e che ora tornano alle origini di una “sinistra” della quale non sanno, né possono sapere nulla, essendo essi sempre stati di destra. E senza saperlo.

 

Il Gran Galà della scissione continua. Tra coloro che se ne andranno anche tal Nico Stumpo, uno che era già vecchio anche da giovane. Tra coloro che rimangono il buon Michele Emiliano che conta di impallinare Matteo Renzi alle primarie invitando a votare cani e porci non iscritti al PD (perché l’importante, per uno che sta nel PD ammirando il M5S è imparare dalla loro coerenza ed onestà) ed il ministro Orlando che si candiderà legittimamente alla segreteria, tanto per indebolire ancora un po’ il segretario. Il grande progetto politico del Gran Galà degli scissionisti sta tutto nel far fuori Matteo Renzi: idea di futuro, legge elettorale, progetti per l’Italia, progetti di sviluppo, ideali politici nessuno che ci sia dato sapere.

Lo scrive il sottoscritto che si reca alle urne ed annulla la scheda perché non trova nulla che dia un senso a ciò che spererebbe di trovare nell’agone politico italiano, e che non può quindi essere tacciato di renzismo o come vogliate chiamare quella roba lì.

 

 

 

(24 febbraio 2017)

 




 

 

 

 

 

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