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Dunque si chiamerà Nuova Sinistra, qualsiasi cosa questo voglia dire

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di G.G.

 

 

 

 

 

 

Ci sono persone che stimo e per le quali nutro amicizia che hanno deciso per il salto delle quaglia ed aderiranno, presumibilmente, al nuovo gruppo parlamentare Nuova Sinistra che si mette immediatamente in competizione con Sinistra Italiana accogliendone i fuoriusciti. E’ per rispetto all’amicizia ed all’affetto che ho verso queste persone che scrivo questo preambolo dove cercherò di parlare di politica e non di persone. Ammesso che io sia in grado di parlare di politica. La prima domanda è: “In tutto questo casino la politica dove sta?”; la seconda domanda è “Perché?”; la terza domanda: “Se Renzi si togliesse dai piedi tutto questo finirebbe subito?”. Probabile, ma non lo sappiamo. Alla prima ed alla seconda delle risposte risponderà la Direzione del PD fissata per il 21 febbraio che cercheremo, in qualche modo, di seguire per coloro che siano interessati alla vicenda.

 

Cosa credo io che sto scrivendo? Credo di non avere mai visto in vita mia un’operazione di attacco politico personale tanto squallida e gratuita come quella che Rossi, Emiliano, D’Alema, Bersani, Cuperlo, Orlando e via compagnia hanno lanciato contro Matteo Renzi. Prima di lui lo stesso destino era toccato a Romano Prodi. A più riprese. Un amico, un conoscente – o forse ho semplicemente letto la dichiarazione da qualche parte – diceva qualcosa di questo tipo: “Lo hanno fatto con Prodi, lo hanno fatto con Veltroni ed ora lo stanno facendo con Renzi”.  A poco servono i grandi vecchi dell’informazione che regalano  i loro illuminati commenti su come battere Beppe Grillo e su cosa Renzi (da questi grandi vecchi odiato fino a ieri) dovrebbe fare per togliere voti alla destra. Ricorderei ai grandi vecchi – che potrebbero anche starsene zitti – quanto il loro contributo al “No” referendario abbia contribuito a creare la situazione che ora commentano, dando consigli non necessari. E’ il punto debole di ogni grande vecchio, perché tutti si sentono “grandi vecchi”, tutti si sentono indispensabili e dispensatori di soluzioni.

 

Soluzione all’umana imbecillità non ce n’è: o meglio sì. Una vocazione, innata o indotta, alla propria rivoluzione personale. Decidere cioè di partire sempre da sé e chiedersi se stiamo sempre facendo la cosa giusta per noi e per gli altri o se stiamo seguendo solo le nostre cieche ambizioni personali. In questa ultima direzione sembra andare il delirante presidente della Toscana eletto nelle liste del PD, pronto a “restituire la tessera” (cito il TG3 delle 12 di oggi), dopo che con quella tessera ha vinto le elezioni per il partito nel quale non vuole più stare perché “partito di Renzi”. Non lo era anche prima? L’illusione del proporzionale, la solita follia all’italiana dove basta avere quattro votanti in croce per contare qualcosa anche quando non si conta nulla, e non parliamo solo di voti, ha colpito il maggiore partito italiano. E lo romperà. L’unico strutturato sul territorio. L’unico con un progetto politico chiaro, condivisibile o no. Alla sua sinistra, le sinistrine italiane si scannano per un misero 4% di voti raccattato alle ultime elezioni, in un gioco allo sfascio praticato da D’Alema per oltre un ventennio che non ha portato da nessuna parte. L’idea, quella del grande vecchio di prima, è svuotare il populismo con questo nuovo giochetto da bulletti di quartiere che giocano a fare gli adulti. Con questi non si va da nessuna parte. Perché nemmeno loro sanno dove andare e praticano la politica della vendetta dei cittadini frustrati. Una politica che, mi sia consentito dirlo, ha già i suoi specialisti nel M5S.

 

All’orizzonte la solita italietta dei perdenti, del va bene così: quella che per una poltrona ha svuotato l’Italia di lavoro ed opportunità. Quella che pur di sopravvivere alle istanze del Paese intende sostenere un sistema proporzionale dove la spartizione di poltrone senza una programma comune è più importante di tutto il resto. Immobilismo ad oltranza. Chi ci sta, chi ci casca, poi non si lamenti.

 

 

(20 febbraio 2017)

 




 

 

 

 

 

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