di Il Capo
Dunque i Signori del “No” a tutto, a parte a Muraro e a Marra, stanno dicendo “No” a tutto. Particolarmente ci colpiscono due dei tanti “No” cui i signori dell’impreparazione a 5Stelle, della cialtronaggine a 5Stelle e dell’incultura a 5Stelle ci hanno abituato: quello sullo stadio della Roma – telenovela appena iniziata e che porterà alla rovina Nostra Virginia dei Miracoli – ed il “No” alla Legge contro il cyberbullismo che metterebbe a serio rischio quell’elettorato del M5S che del cyberinsulto ha fatto un lavoro.
Le ragioni per le quali non s’ha da costruire lo stadio della Roma (ricorderete il “sì” elettorale della Sindaca che devasta tutto ciò che tocca no? Era “Sì” allo stadio della Roma e anche a quello della Lazio ed anche ad una sistema di recente brevettazione che trasforma le balle in oro…) si riassumono con il “No” di un assessore che il 6 luglio scorso dichiarava di essere contrario a prescindere, premettendo di non avere letto il dossier e di saperne poco, perché nei 5Stelle la competenza viene al primo post. Scusate, posto. Nonostante lo stadio non comporterà alcun esborso da parte delle casse del Comune di Roma, i 5Stelle dicono “No”, perché? Per evitare infiltrazioni malavitose ed affari poco chiare. Insomma, prestano alla questione stadio la stessa attenzione che prestano alla loro giunta, diciamo così…
Poi c’è la questione del cyberbullismo e della legge contro di esso: il M5S è contrario perché “limita la libertà”. Quale libertà se l’Italia è sotto il regime di Pinochet? Detto questo la Legge, già in discussione, non riguarderà soltanto i reati causati a minorenni ma a chiunque sia vittima di cyberbullismo. Il M5S ha deciso che è lesivo della“libertà del web” che rischia di “avere il bavaglio” e che è contro “la libertà di pensiero”. L’articolo contestato è l’articolo 2 che impedirebbe persino la satira grazie alla italica solerzia dei legislatori che nella legge hanno inserito i soliti emendamenti punitivi (tipo quando inserirono i labrador nella lista dei canipericolosi, ricordate?). Questo è quanto denunciano i quotidiani. Alcuni con più enfasi. Altri meno. Posto che il M5S è contrario a prescindere, lo era stato anche prima della modifica, vi invitiamo a farvi un’idea della Legge cliccando qui, noi nel frattempo vi offriamo un parere, contenuto in un post, della senatrice PD Elena Ferrara, prima firmataria della Legge.
Il ddl è stato profondamente modificato nelle commissioni Giustizia e Affari sociali innescando una reazione di esperti e organi di informazione che l’hanno definito “una norma ammazza web”. In sostanza si evidenzia che qualsiasi attività, fosse pure isolata, compiuta dai cittadini, anche maggiorenni, sul web conferisce la possibilità a chiunque di ordinare la cancellazione di contenuti sgraditi per i trasgressori, oltre che la rimozione e l’oscuramento dei contenuti con sanzioni sino a 6 anni di carcere. La legge prenderebbe quindi una direzione che la allontana dal testo originale immaginato prima, e redatto poi, per la tutela dei minori sia vittime che bulli e per la diffusione di un’educazione digitale.
Finché siamo in tempo possiamo dirlo che rispetto al web i legislatori italiani si comportano come perfetti cretini?
(16 settembre 2016)
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