di Daniele Santi
Passata l’estate nel senso di ferie, o quasi, eccoci di nuovo all’agone della politica italiana dove tutti sono sempre contro tutti, dove tutti sbugiardano tutti, dove tutti sono contro chi detiene il potere in quel momento, pronti ad infiammarsi per dichiarazioni che vengono reinventate, reinterpretate, riscritte. E’ il caso del renziano: “Comunque vada il referendum si voterà nel 2018”, frase così chiara e limpida che persino Il Fatto Quotidiano, giornale notoriamente gestito da gèni di rara genialità, sottolineava che il premier aveva lasciato aperta la porta alle sue dimissioni. Anche se non alle elezioni anticipate.
Su tutti i commenti svetta quello della capogruppo alla Camera del M5S Laura Castelli la quale ritiene che “Un presidente del Consiglio che smentisce se stesso e che mente spudoratamente agli italiani, è più adatto a essere il protagonista di un romanzo di Collodi, come Pinocchio, che a guidare il nostro Paese”. La dichiarazione può essere presa per una cosa seria se non venisse dal movimento dei giullari: dei Capi che fanno “un passo di lato”, che “se perdono le elezioni si ritirano”, e che poi dicono “torno io come all’inizio”; dei Di Battista per i quali i terroristi sono poveracci da comprendere, dei primi ministri in pectore che non sanno cos’è Gaza, come funziona e che mettono in bocca ai Carabinieri dichiarazioni che vengono poi smentite dall’Arma, di una Sindaca che vince le elezioni parlando di funivie e di un’altra che per sradicare una pianta infestante dal più importante fiume d’Italia chiama a raccolta “volontari qualificati” con consiglieri a 5 Stelle al seguito e dopo una settimana la pianta è più viva che pria, di un Sindaco (quello di Livorno) le cui vicende sono note e di una città con 5Stelle al potere (Bagheria) dove la questione rifiuti è più ridicola che a Roma e Livorno messe insieme, ma tant’è. Castelli parla anche di sondaggi negativi sul referendum (si riferisce ad un sondaggio pubblicato dall’Huffington Post dove il “No” al referendum supera per la prima volta il “Sì”) che la fa sognare. E’ una caratteristica dei 5Stelle essere folgorati da rivelazioni e sogni. Succede ad ogni religione che si rispetti. E le sette le usano, queste rivelazioni, per guadagnare adepti.
Il fuoco anti-renziano non è aperto soltanto dai Cittadini sedicenti a 5Stelle, ma parte naturalmente anche dal Nazareno, dove la combriccola di Cuperlo e Speranza – quelli che non riescono a far votare le loro mozioni nemmeno dalla loro minoranza – insieme al prode D’Alema, si affiancherà il 5 settembre alle tre grazie Grillo-Berlusconi-Salvini contro il referendum costituzionale, contro il premier ed il governo del loro partito. Il redde rationem è stato lanciato per riprendere il controllo del PD non in nome di un progetto di Italia. Questi, lo hanno dimostrato negli ultimi vent’anni, un progetto per l’Italia non ce l’hanno, non ce l’avevano e non ce l’avranno, perché gli importa soltanto della loro posizione di potere.
Dal blog di Grillo non si entra nei dettagli, non se ne hanno i mezzi, ma si contesta il premier per contestarlo e si giura che lui e Boschi saranno sbugiardati a vita se non dovessero andarsene. Un po’ quello che toccherà fare con Grillo che dopo avere detto che avrebbe fatto “un passo di lato” sta ancora lì, e si riprende il controllo del M5S, andrà fatto con i rimborsi a Di Maio, e via cinquestellando.
(23 agosto 2016)
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