di Aurelio Mancuso twitter@aureliomancuso
E’ proprio incredibile che il Comune di Roma taccia da giorni rispetto a come organizzare le registrazioni delle unioni civili. Ho tentato di chiamare gli uffici: impossibile avere una risposta perché i telefoni squillano, ma nessuno alza la cornetta. Il Gabinetto del Sindaco (unico ufficio della nuova giunta che perlomeno risponde), rimbalza le domande fornendo appunto numeri di interni nei quali tutto tace. Se si va sul sito, nella pagina dedicata all’ormai superato registro comunale, si legge in fondo che il Comune è in attesa del decreto transitorio. Il decreto transitorio e quello dei formulari sono stati pubblicati il 28 luglio sulla Gazzetta Ufficiale e sono entrati in vigore il giorno dopo. A questo punto, siccome domani 2 agosto il Comune deve avere istituito il registro provvisorio, se ciò non avverrà, sarà necessario un esposto alla magistratura per capire se questo atteggiamento si prefiguri come una evidente inadempienza, con omissione di atti in ufficio. Mi sembra che questo silenzio sia sintomatico sicuramente di una certa confusione nel prendere concretamente possesso della macchina amministrativa da parte della nuova compagine che governa Roma, ma non mi stupirebbe che fosse anche legato a una visione politica culturale che affronta questo tema come una questione fastidiosa. La sostanza è che a differenza di tante coppie che in questi giorni in diversi comuni italiani stanno celebrando le unioni civili, a Roma è tutto fermo. Non nascondo che al netto di alcune preoccupazioni raccolte qua e là da parte da alcune associazioni, mi fa specie che nessun gruppo lgbt della capitale abbia avuto il tempo per esprimere pubblicamente almeno un rimbrotto. Le ferie sono iniziate, può darsi dipenda da questo…
(1 agosto 2016)
©gaiaitalia.com 2016 – diritti riservati, riproduzione vietata