di Giovanna Di Rosa
Il presidente turco Erdogan è un’islamista tra i più radicali. Il suo partito è d’ispirazione islamista ed il suo primo ministro è uno dei politici più conservatori del globo. E’ gente come questa che l’Unione Europea vorrebbe integrare nell’Unione, perché l’esperienza dell’Ungheria filo-nazista evidentemente non è bastata ai burocrati di Bruxelles, per pure ragioni di convenienza geopolitica, perché evidentemente nemmeno l’esempio dell’Ucraina è servito a qualcuno lassù a Bruxelles. Dev’essere l’umidità a far male.
Erdogan è uomo da dichiarazioni come le seguenti: “Non si possono mettere gli uomini e le donne nella stessa posizione. E’ contro la natura, perché la loro natura è differente”, verbo proferito ad un evento sui diritti e sulle libertà delle donne ad Istanbul, perché, è sempre il sofista islamista a parlare c’è “equivalenza” fra uomini e donne e non “uguaglianza”, la precisazione avrebbe dovuto rendere onore alla sua intelligenza, pover’uomo. Per il dittatore che ha distrutto il fronte contro l’Isis e che minaccia Putin la parità di diritti per le donne va posta in un altro modo: “uguaglianza tra gli uomini” e “uguaglianza tra le donne”. Quello di cui le donne hanno invece bisogno, ha detto Erdogan, è “di essere equivalenti , non uguali”. Erdogan ha definito a più riprese le donne che abortiscono “assassine” definendo l’aborto “omicidio”.
Ammazzare i Curdi invece è combattere l’Isis.
(29 novembre 2015)
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