di Il Capo
Mentre i mercati bruciavano qualcosa come 40mila miliardi, nulla, e le borse crollavano del 5%, un’inezia, Tsipras convocava i suoi in piazza per gridare “No” all’Europa, quell’Europa che pur tanto comodo gli ha fatto quando ha messo sul tavolo centinaia di miliardi di euro che ora il compagno tspiras non vuole pagare perché l’Europa è una matrigna ingiusta. Alla sola Italia il compagno Tsipras, o meglio il paese che governa pro-tempore, deve 36 miliardi di euro. Soldi nostri, vostri, di tutti gli Italiani, prima che si cominci con la solfa del Tsipras è meno ladro perché è più comunista, Renzi lo è di più perché non ci dà il matrimonio egualitario e Juncker eh? cos’è Juncker, perché cercare i buoni e i cattivi non è il modo di discutere, e non è nemmeno il mio modo di discutere. Infatti rifiuto ogni cena possibile, da buon misantropo arrogante.
Per me le cose sono di una semplicità estrema: mi vengono prestati soldi? Li rendo. Ci sono tempi e modi. E difficoltà che se affrontate con chiarezza lasciano il tempo di sistemate le cose e di pagare senza strangolarsi, ma i debiti vanno pagati. Quando poi un paese è gestito da un Primo Ministro di provata fede comunista, il cui verbo “popolo!” è risuonato in ogni dove dal Pantheon alle orecchie di Alba Dorata per tutta la campagna elettorale che (Vendola docet!) sembrava riguardasse l’Italia poi ha portato il comunista dall’ego abnorme alla vittoria elettorale (alleandosi con l’estrema destra, vedi un po’ quando certi opposti si incontrano!), allora la questione è diversa: perché quel Primo Ministro di provata fede comunista deve 612 € più o meno ad ogni italiano. Per dirla come va detta alla mia famiglia d’origine, deve qualcosa come 3.500 €. Sapevo che i comunisti mangiavano i bambini, non che non pagassero i debiti.
Tsipras in realtà, l’uomo dei colpi di scena, il geniale scacchista che tiene l’Europa per le palle, il moderno comunista che risolleverà la Grecia, l’uomo politico che ha ispirato Vendola (vediamo con quali risultati) e Civati (che dio ce ne scampi), è un pavido che ricorre al referendum come estrema ratio, che fomenta le paure dei Greci (che i sondaggi danno largamente favorevoli all’accordo con l’Europa) e che arriva a dire che se vincessero i “Sì” potrebbe andarsene, lui che al suo paese ed all’Europa tutta ha dato tanto. Dubito che sopravviveremo all’infausto evento.
Solo un egopata devastato da se stesso può arrivare a parlare di “minacce e ricatti” per fomentare la piazza in un paese in cui le banche sono chiuse, i cittadini possono prelevare un massimo di 60 euro al giorno del loro denaro, dove la spesa è razionata. Solo Tsipras può riuscire a dire che “maggiore sarà la percentuale dei ‘No’ maggiori saranno le armi del governo greco per rilanciare i negoziati”. Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, proletario che più non si può, ha poi detto che la Grecia potrebbe ricorrere alla Corte di Giustizia Europea per bloccare la sua espulsione dall’area euro. Che in soldini vuol dire: dato che non abbiamo il coraggio né la forza di andarcene, facciamo in modo che ci buttino fuori, tanto in qualche modo ce la facciamo lo stesso. Intanto vi diamo gli autobus gratis. Per il resto si vedrà.
(30 giugno 2015)
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