di Il Capo
Mi succede, non troppo spesso per fortuna, ma quando sono ospite della mia famiglia d’origine ad esempio sì, di dare un’occhiata alle oscene reti Mediaset per ragioni contingenti, la famiglia ad esempio non se ne stacca, ed avere quindi la fortuna di poter assistere alle interviste di Belpietro, fazioso come nemmeno Fede riusciva ad essere, ed ancora convinto di essere al servizio di un centro di potere, che esegue ciò che è pagato per eseguire.
Stamane (13 aprile) c’è stato l’incontro tra il grande direttore delle Berlusconiadi, Belpietro per l’appunto, ed il grande statista Luigi Di Maio, uno dei capetti del M5S, partito che sta cambiando la storia d’Italia e che ha appena avuto la grande idea di “oscurare Renzi”, dal blog di Grillo, che – come sappiamo – è il centro del mondo, ovvero il luogo virtuale da cui passano tutte le grandi idee vendute a 8 milioni e mezzo di elettori a cui è stato dato un calcio nelle chiappe immediatamente dopo.
Luigi di Maio, con sprezzo del pericolo, opportunamente stimolato dal grande direttore, si è scagliato contro il presidente del Consiglio, parlando di miliardi di qua e miliardi di là esattamente come rimproverava a Renzi di fare, in un discorsucolo da casalinghe delle 8.45 impegnate nella compilazione della lista della spesa, con la prosopopea di uno che dal nulla che era – e che probabilmente è ancora – improvvisamente si trova catapultato nella grande politica nazionale e diventa vicepresidente della Camera (su proposta e coi voti del Pd), come se le cariche servissero.
Non contento, Di Maio si è poi messo a vaneggiare di lobby di potere che governano il Paese e che farebbero capo a Renzi (proprio nella tana del lupo, nella sede delle Berlusconiadi, sull’ammiraglia del partito-azienda) e a quel punto me ne sono andato – sbellicandomi dalle risate – perché il mio limite di tolleranza era stato ampiamente superato.
(13 aprile 2015)
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