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Ciò che mi rende furiosa, di Gisella Calabrese: All’Expo 2015 mangi “sano” col Big Mac

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Gisella Calabrese 03di Gisella Calabrese  twitter@giscal77

L’Expo 2015, evento very bello intorno al quale la regione Lombardia ha costruito un castello di slogan politici, montagne di finanziamenti privati, soldi pubblici e promesse non mantenute, fa parlare di sé, ma non propriamente come ci si aspettava.

Andiamo con ordine e scopriamo insieme la ricetta per un successo annunciato.

Si comincia con una buona dose di infiltrazioni della ‘ndrangheta, almeno 1 kg, la quale si era accaparrata, tramite appalti pubblici, ben 100 milioni di euro tramite le “aziende di cosa nostra”. A scoperchiare il prezioso vaso di Pandora niente meno che la Direzione Nazionale Antimafia, cui ha fatto seguito una lunga serie di interdittive emesse dalla Prefettura di Milano verso altrettante imprese affidatarie di contratti e subcontratti riguardanti o connessi all’Expo. E, dato ancora più importante, a parte 11 aziende meridionali, tutte le altre hanno sede al nord, soprattutto in Lombardia (parliamo di oltre l’80%). Tanto imbarazzo, mille giustificazioni (questi mafiosi hanno le mani dappertutto) e mettiamoci un punto (e pure una pezza).

Continuiamo con una bella grattugiata di sfruttamento giovanile, con le polemiche sui volontari dell’Expo, che offrono completa disponibilità… a costo zero. Sì, perché nonostante il fatturato miliardario che la fiera genera (a partire dagli stand espositivi costosissimi) questi fanciulli in erba non percepiranno nemmeno un euro, figuriamoci un ridicolo rimborso spese. Ovviamente avranno in cambio qualcosa che vale molto di più dei soldi, la tanto agognata esperienza, che senz’altro servirà nelle interminabili file alle agenzie interinali alla ricerca di uno straccio di lavoro sottopagato. E nulla conta il fatto che siano coinvolte medie aziende e multinazionali, sempre gratis devono lavorare.

Anzi, mi sovviene il dubbio che alla fine dovranno pure ringraziare per questa meravigliosa “occasione formativa”. Anche qui imbarazzo generale e tentativi maldestri di sotterrare quanto prima la pietra dello scandalo. Il commissario unico dell’Expo Giuseppe Sala, in risposta alle polemiche scatenate anche dal cantante rapper Frankie High NRG che si è rifiutato di fare da testimonial, si è difeso dicendo che i volontari esistono “da che mondo è mondo, che i ragazzi lavoreranno solo 5 ore al giorno, che si troveranno in un ambiente gradevole e che alla fine riceveranno in regalo il palmare che utilizzeranno per lavorare” e, reggetevi forte, persino la divisa. Insomma, in Italia non lo vogliamo proprio concepire che il lavoro, breve o lungo che sia, ha un valore e come tale deve essere retribuito.

Ve lo confesso, vorrei fare anch’io la volontaria solo per avere questa ambita divisa. Già me la vedo indosso, bellissima ed elegante, perfetta per ogni occasione, pure per un matrimonio. E quale migliore referenza per un colloquio di lavoro che andarci con questa divisa addosso?

E poi, quante chiacchiere. Non lo sapete che l’Expo darà un impiego (seppur a tempo limitatissimo) ad oltre 6000 persone? Certo, se hanno tutti le competenze dei traduttori del sito o di quei grafici che si sono occupati del progetto computerizzato del padiglione dedicato alla biodiversità, Dio ce ne scampi.

E qui arriviamo al terzo ingrediente, 500 grammi abbondanti di pressapochismo uniti a bagnomaria con quel tanto di ilarità quanto basta. La fanpage ufficiale su Facebook dell’Expo ha pubblicato il rendering fatto per il padiglione delle Biodiversità ed enorme è stato lo stupore. In negativo, però. Sono fioccate critiche e parodie da ogni parte. Mai visti tanti errori così grossolani tutti insieme in un unico progetto: figure umane senza ombre (forse volevano risparmiare sui costi), fluttuanti nell’aria come la Cristoforetti, totale assenza del rispetto delle proporzioni e della prospettiva (povero Brunelleschi, meno male che sei già morto) e, udite udite, talvolta si intravedono persino i simboli dei copyright mal cancellati. Insomma, un inno all’incompetenza. Ennesima gaffe a cui è seguito un timido tentativo del poco talentuoso grafico, autore di siffatto capolavoro, che si è scusato adducendo ad una pubblicazione ante tempo del progetto non ancora ultimato. Che suona un po’ come la scusa di Mentana sul suo tweet che dava per morto Fabri Fibra, salvo poi addurre che una persona non meglio identificata gli aveva rubato lo smartphone giusto il tempo necessario a postare la notizia falsa. In 8 minuti il fake e la sua più ridicola giustificazione avevano fatto il giro di tutto il web.

Già qui potremmo essere sazi, ma all’Expo ci trattano bene, vogliono ingozzarci fino all’estremo, ed è proprio il caso di dirlo perché giunge or ora la notizia che Mc Donald’s e Coca Cola saranno gli sponsor ufficiali di questa fiera dedicata al cibo “sano”.

Alla faccia dell’alimentazione corretta, salutare e rispettosa dell’ambiente.

Aggiungete quindi un buon quarto di contraddizione, e avrete persino un intero padiglione ristorante tutto dedicato al Mc Donald’s, pronto a ricevere la fiumana di visitatori che si attende con ansia, ottenuto grazie ad una speciale partnership con l’Expo.

Che i fast food e le bevande gassate siano riconosciute mondialmente come junk food è cosa risaputa, al punto tale che qualche azienda del mordi e fuggi stia provando a far coniugare la propria politica ad un più corretto concetto di alimentazione, ma sono ancora timidi ed infinitesimali tentativi. Mettere un’insalata nel menù non lo rende più salutare.

In questi ultimissimi anni i temi di sana alimentazione, corretti stili di vita, allarme obesità nei Paesi sviluppati, anche nell’età infantile, hanno avuto ragionevolmente il sopravvento. Vegetarianismo e veganismo stanno prendendo sempre più piede e proprio in virtù dell’alta risonanza dell’universo cibo e del fatto che l’Italia sia il Paese per eccellenza della tanto decantata Dieta Mediterranea, la fiera miliardaria dell’Expo 2015 ha scelto per tema proprio l’alimentazione.

E quali migliore scelta dei rappresentanti del cibo spazzatura come sponsor ufficiali?

La motivazione ufficiale è che l’azienda americana avrebbe siglato una partnership con alcune filiere agricole italiane (una sorta di bando in cui gli agricoltori vincitori saranno fornitori del fast food per un tempo limitato), ma sa tanto di contentino o, peggio ancora, di tappeto (a buon intenditor poche parole).

Per concludere, a cottura ultimata aggiungiamo una spolverata di inadeguatezza in più con una buona parte dei lavori per la fiera non ancora conclusi, mentre la deadline si avvicina. L’Expo, infatti, aprirà i battenti il 1 maggio (o almeno una parte) e si concluderà il 31 ottobre, per un Halloween alternativo, al costo medio di 30 euro per biglietto.

Et voilà, la vostra torta è finita. Lasciatela raffreddare e poi gustatevi questo Expo 2015 ricco di tante contraddizioni, in perfetta linea con il nostro Belpaese. Buon appetito!

 

Cordialmente vostra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(5 marzo 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2015 ©gisella calabrese 2015 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 

 

 

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