di Rosario Coco twitter@RosarioCoco
Un uomo dalla schiena dritta, lo definisce Repubblica, un volto che ispira fiducia, una storia segnata da eventi importanti, tra cui l’ingresso in politica a seguito dell’assassinio per mafia del fratello Piersanti e la netta opposizione alla legge Mammì voluta da Craxi, quella che spianò la strada all’impero televisivo di Berlusconi, manifestata con una merce molto rara nel panorama politico italiano, le dimissioni da ministro.
Dall’altra parte, alcuni hanno tirato fuori la questione dei proiettili all’uranio impoverito, sulla quale Mattarella avrebbe negato nel 2001 ogni nesso con le patologie sofferte dai nostri soldati impegnati in ex Jugoslavia. Una dichiarazione forse strappata, su un argomento difficile, che basta a farci rimanere con i piedi per terra ma è forse troppo poco per guastare quel pizzico di entusiasmo e di speranza in un Presidente della Repubblica che possa finalmente svolgere un ruolo di garanzia facendoci dimenticare una stagione in cui troppe firme sono state messe in modo inopportuno dal Quirinale, persino su provvedimenti poi bocciati dalla Corte Costituzionale.
Di certo, Mattarella è un Presidente che ha gettato nel caos il centrodestra, inviso a Berlusconi ma comunque non “ex-comunista”, quindi “votabile” da gran parte dei suoi, come nei fatti è accaduto, specie da molti ex-DC che non si sono voluti frapporre proprio ad un altro ex-DC. Un DC di sinistra, che è stato vicino a Leoluca Orlando e che ha cursus honorum di tutto rispetto.
Ironia della sorte, una delle beghe del nuovo Presidente sarà quella di porre il proprio placet su una legge elettorale che si appresta ad essere peggiorativa persino del porcellum, che sfigurava proprio il suo mattarellum.
Insomma, cosa avrà da dire realmente sulle “riforme” del Nazareno di Renzi e Berlusconi il Presidente Mattarella, che definì l’ingresso di Forza Italia nel Partito Popolare Europeo “un incubo irrazionale”?
Di certo, Berlusconi potrà adesso avanzare dei crediti dicendo che “la sinistra ha scelto ancora una volta un suo candidato”.
Altrettanto certo è che Renzi ha dimostrato di poter fare a meno del Cavaliere e di saper dare le carte da solo. Allora, bisogna chiedersi, chi vuole davvero le riforme del Nazareno? E’ davvero un male necessario farle ancora con Berlusconi e mantenere ad esempio l’attuale impianto dell’Italicum? E cosa avrà da dire Mattarella in merito?
Staremo a vedere.
(1 febbraio 2015)
©gaiaitalia.com 2015 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)