di Il Capo
Il premier Matteo Renzi ha rifiutato ogni forma di fanatismo durante il suo discorso di chiusura del semestre di presidenza italiana dell’UE, approfittando dell’occasione per cantarle chiare al Parlamento Europeo sulle italiche questioni che sono ben note, e dimenticandosi di ricordare che i fanatici sono presenti all’interno di ogni confessione religiosa e che non è detto che chi non spara oggi non possa farlo domani.
Renzi ha poi ricordato che la sfida da vincere è quella contro la “demagogia della paura”, ha dato una stoccatina a Juncker ricordandogli che un cambiamento per la crescita con la Commissione Juncker c’è stato, ma “ancora non si vede” e ribadendo come sua abitudine e con la solita brutale franchezza che i problemi dell’Italia li affrontano gli Italiani, e non l’Europa.“Gli europei” ha poi aggiunto “devono sapere che noi abbiamo dato più risosrse di quante ne abbiamo preso. L’Italia ha contribuito a salvare Stati e istituti di credito di altri Paesi, senza prendere un centesimo per i propri istituti, che hanno dovuto mettere nuovi capitali dopo gli stress test…”, in chiusura ha poi espresso la necessità di non cedere all’odio degli “attentatori di Parigi”.(13 gennaio 2015)
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