di Il Capo
Venerdì è stato davvero il giorno del trionfo di Camusso l’Obsoleta, cronache tramviarie a parte, scontri per le strade di Torino, Milano e Roma, i lavoratori in sciopero che perdono la giornata di lavoro, i comizi che generano tensioni, la popolazione che non vuole scioperare – c’èe anche quel diritto – esasperata perché non riesce a muoversi ed infine, dopo una giornata di trionfi camussiani, il governo che risponde: “Massimo rispetto per i lavoratori che scioperano, ma andiamo avanti. Da troppo tempo in questo paese si blocca qualsiasi riforma”. Frase sensata alla quale è difficle controbattere e che ci dice che la CGIL tutto il potere che millanta, non ce l’ha. Camusso controbatte a tutto, è abile in questo, ma senza sostanza e senza obbiettivi. Proprio come lo sciopero che ha voluto contro tutto e tutti, anche parte dei suoi.
La conferma dell’obsolescenza di coloro che si sentono riformisti a parole è stata poi la sfortunata passeggiata di Massimo D’Alema, fine ed intelligentissimo politico che sa di esserlo, ma che ha avuto la malaugurata necessità di dover passare – a piedi – nell’area delle manifestazioni che Roma ieri ospitava e mal gliene incorse, perché di cotte e di crude gliene dissero.
Siccome l’uomo è fine ed intelligente, è scaltro ed opportunista come ogni grande politico, si è subito preoccupato di dichiarare che “la gente odia il Pd“ in buona sostanza a causa di Renzi. E che bisogna cambiare rotta. Ma la gente non è scema ed è al corrente di cosa ha rappresentato Massimo D’Alema nel corso dei passati lustri: un’area conservatrice che si spaccia per riformista. Una sinistra che sta più a destra di Renzi. Una minoranza Pd che mette sotto il governo del Pd e si mette di traverso alle riforme ed alla legge elettorale. Anche se va detto che meriti politici D’Alema ne ha avuti molti, soprattutto come ministro degli Esteri, e che la sua fondazione ItaliaEuropa è una delle poche a fare cultura – non solo politica – in questa italietta post-berlusconiana che cerca di rinascere dalle macerie del suo secondo ventennio.
Insomma, direbbe un colto, much ado about nothing: tanto rumore per nulla. Il Governo va avanti, Camusso non cambia idea, D’Alema rinforza l’asse Salvini-M5S-Sel contro Renzi, e si continua a dir di voler cambiare tutto per non cambiare niente. Gli Italiani lo hanno capito da un pezzo e se questi pensano di andare alle urne ed uscirne vincitori è possibile che abbiano poi un’amarognola sorpresa.
(13 dicembre 2014)
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