di Giancarlo Grassi
E’ il giorno dell’Indipendenza della Scozia dal Regno Unito, che nel caso fosse votata provocherebbe uno scossone serio non solo alle casse di sua maestà, ma anche all’intero sistema politico-istituzionale inglese che sulla conservazione (e sul dominio) ha costruito gli ultimi secoli di storia.
Siccome gli indipendentisti potrebbero davvero vincere i politici britannici si sono affrettati nei giorni scorsi a promettere a piene mani ogni tipo di beneficio economico, politico e sociale ai cittadini scozzesi nel caso decidessero di rimanere all’interno del Regno Unito evitando di lasciare la politica inglese senza Laburisti, e l’economia inglese senza tutto quello che avere la Scozia significa. Anche le banche c’hanno messo del loro: hanno infatti affermato che qualora l’Indipendenza vincesse se ne andrebbero in massa dalla Scozia, come se non ce ne fossero migliaia di altre banche pronte a rimpiazzarle.
Tra le promesse (The Vow, Il Giuramento, titolava lo scozzese Daily Record) nuovi poteri per il Parlamento scozzese, equità e autonomia nella gestione del sistema sanitario, coinvolgimento diretto della Scozia nelle riforme istituzionali del Regno Unito, fors’anche un’occhiatina nelle mutande del Primo Ministro, giusto per fare una battuta di pessimo guasto.
Oggi è il gran giorno.
(16 settembre 2014)
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