di Maximiliano Calvo
La storia la conoscete, noi l’abbiamo raccontata scrivendo un ferocissimo articolo su Modena, che è un po’ la denuncia del provinciale perbenismo che afflige quest’Italia di inizio millennio vissuto come il medioevo.
Volevamo però saperne di più: sapere perché gli studenti del Liceo Muratori sono sul piede di guerra ed hanno manifestato il 18 marzo scorso, per la loro autodeterminazione e la loro libertà di scelta; abbiamo chiesto a Federica Venturelli, 18enne rappresentante della Consulta Provinciale degli Studenti di Modena, di raccontarci come sono andate le cose e da cosa ha preso il via il provincialissimo scandalo che si è montato attorno all’iniziativa.
Mi chiamo Federica Venturelli, frequento l’ultimo anno al Liceo Classico L. A. Muratori di Modena e, da quest’anno, sono rappresentate della Consulta Provinciale degli Studenti. Ai miei studi liceali affianco da quasi un anno un attivo impegno politico all’interno della giovanile del Partito Democratico: i Giovani Democratici.
Cercherò di spiegarLe il più dettagliatamente possibile le dinamiche della vicenda: verso Novembre, all’interno del nostro Istituto, i nostri rappresentanti fecero passare un foglio con una lista di circa una decina di argomenti per le future assemblee d’Istituto in ogni singola classe. Il tema della transessualità fu il più votato (254 voti), subito seguito dal tema dell’astronomia, arrivato secondo in classifica per solo un voto, e via discorrendo. A fronte di questa decisione democratica i rappresentanti, con impegno e serietà, proposero al consiglio d’Istituto i relatori e le modalità dell’assemblea: all’inizio avrebbe dovuto parlare un medico endocrinologo, per dare un parere prettamente scientifico sulla materia, in seguito sarebbe stato presente il presidente dell’ Arcigay cittadina Alberto Bignardi, subito seguito da un documentario sulla transessualità girato da Pif e, infine, come ultima relatrice ci sarebbe stata l’ex deputata Vladimir Luxuria.

L’intenzione da parte dei rappresentanti degli studenti era quella che Vladimir ci raccontasse la sua esperienza, niente di più.
L’assemblea passò e la data fu fissata per il 18 Marzo ma, dopo un po’ di giorni, 26 genitori fecero ricorso legale e scrissero una lettera al quotidiano Prima Pagina di Modena, chiedendo l’annullamento dell’assemblea, perché preoccupati che “l’approfondimento di un tema così delicato potesse influenzare profondamente i ragazzi”, domandandosi come avrebbe potuto “favorire lo sviluppo del pensiero critico un evento che su un tema così delicato e complesso permetta l’espressione di un unico punto di vista”. Le risposte da parte della Politica locale furono immediate: il primo comunicato stampa venne pubblicato dalla Lega Nord che si dichiarò “Contraria alla propaganda omosessuale”, contraria alla partecipazione di Vladimir Luxuria, perché ritenuta “inopportuna”. Infine affermò che l’assemblea, in realtà, aveva poco a che fare con la vita scolastica, ma assumeva un carattere politico, considerando il fatto che il presidente del consiglio d’istituto è il marito di Maria Cecilia Guerra.
Non sono mancate infatti le sue illuminanti affermazioni. Giovanardi ha definito la nostra scuola “non una sezione PD” e accusato i rappresentanti d’istituto di aver “bocciato la presenza di qualificatissimi esponenti del mondo cattolico che avrebbero dovuto arricchire e allargare il dibattito”. A fronte di queste accuse nei confronti del PD, i Giovani Democratici, decisero di rispondere alle accuse, dichiarandosi contrari alle “strumentalizzazioni sull’assemblea”, perchè “trattare, anche in ambiente scolastico, tematiche legate all’omosessualità e alla transessualità, permette di combattere alla radice forme di bullismo e omofobia”.
A causa di questa eco mediatica, l’endocrinologo non se la sentì più di partecipare, allora i rappresentanti, per cercare di bilanciare il più possibile l’assemblea, riuscirono a trovare una psicologa, che potesse dare la sua opinione in ambito, appunto, psicologico. Venne quindi convocato per le ore 17.00 un consiglio d’Istituto straordinario dal presidente Giuseppe Marotta, al quale erano presenti due dei quattro rappresentanti ( i due assenti si giustificarono) come componente studentesca, un membro della rappresentanza A.T.A, un componente genitori e il presidente stesso.Ma non essendo presente il numero legale di componenti del CDI, non è stato possibile proseguire con l’approvazione delle modifiche all’assemblea d’istituto. Era evidente un’assenza di collaborazione, di serietà e di responsabilità sia da parte del preside che della componente docente, che mancava nella sua totalità, nei confronti di un progetto su cui la scuola stessa dichiarava di aver investito.

Per queste ragioni , indignati da tale comportamento, proclamammo lo sciopero in segno di protesta per le prime due ore scolastiche, durante il quale leggemmo lo statuto degli studenti, evidenziando come siano venuti a meno la democrazia all’interno del nostro istituto e i diritti di noi studenti. Tengo a precisare che i rappresentanti d’istituto si sono rifiutati di chiamare una componente definita “etica” perché nella questione della transessualità non può esistere la contrapposizione di etico e non etico. Inoltre, trovo avvilente che si sia parlato di “battaglia politica”, perchè politica non è. La diversità o, come in questo caso specifico la transessualità, è un pezzo della realtà, un fenomeno oggettivo e la difesa dei diritti di queste persone non dovrebbe essere nè un argomento di destra nè di sinistra, ma di tutte le forze politiche presenti in Italia. Perché non stiamo parlando di ideologia, ma dei diritti inviolabili dell’uomo.
Ecco, nelle parole di Federica Venturelli, come sono andate le cose. Se qualcun’altro dei protagonisti di questa squallida vicenda ha qualcosa da dire, troverà spazio sulle nostre pagine.
©giaitalia.com 2014 diritti riservati riproduzione vietata
[useful_banner_manager banners=1 count=1]
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)