di Giancarlo Grassi
Il premier ucraino è riuscito a distruggere l’armonia del paese e a portarlo sull’orlo della guerra civile: è il risultato della vendita dei cittadini e della sua dignità di presidente, ammesso che ne abbia uno, al perverso progetto neosovietico e liberticida di Putin e Medvedev, dopo il tradimento del sogni di adesione all’UE degli Ucraini venduto per 25 miliardi di euro.
Kiev è a ferro e fuoco, i dimostranti e la polizia continuano a scontrarsi, la metropolitana è chiusa, così come scuole ed aziende e il consiglio di sicurezza dell’UE è stato appena convocato dal Ministro degli Esteri dell’Unione Ashton.
La situazione in Ucraina può avere sviluppi davvero imprevedibili, con l’UE da un lato e la sua proposta di allargamento dell’Unione al paese e le pretese espansionistiche e liberticide di Putin dall’altra disposto a sacrificare non solo la libertà del suo popolo, ma anche quella dei cittadini degli stati ex-satelliti dell’Unione Sovietica di cui l’attuale presidente russo è stato uno degli esponenti più in vista, quando era a capo del KGB.
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