di Maximiliano Calvo
Subito dopo l’assassinio di Daniele Fulli, questa testata inviò una serie di domande all’Assessore Alessandra Cattoi, con delega alle Pari Opportunità al Comune di Roma, per parlare con lei della situazione dei Diritti a Roma Capitale, partendo dalla questione LGTBI, ma cercando di allargare un po’ gli orizzonti e ritornando alle dichiarazioni di Ignazio Marino in campagna elettorale.
L’Assessore Cattoi, oberata da numerosissimi impegni, come il suo capo ufficio stampa ci ha confermato durante i nostri frequenti dialoghi telefonici, è riuscita finalmente a risponderci e se il riferimento all’omicidio di Daniele Fulli solo ad un pazzo può sembrare datato, non lo è invece il ritratto di una città e le dichiarazioni d’intenti, che speriamo diventino azioni concrete – politica permettendo – che l’Assessore Cattoi, che ringraziamo, traccia in questa interessante chiacchierata che vi proponiamo di seguito.
L’intervista:
Vorremmo iniziare con la violenza omofoba: alla manifestazione alla Magliana per ricordare Daniele Fulli una cittadina si è rivolta ad un’amica chiedendole “Ma cosa sta succedendo a Roma?”, che cosa sta succedendo Assessore Cattoi?
Non è un fenomeno solo romano, purtroppo i comportamenti e la violenza omofoba sono molto diffusi anche al di là della Capitale. Quel che succede è che di fronte alla giusta rivendicazione dei diritti assistiamo a reazioni esasperate e retrive che creano i presupposti per queste forme di violenza intollerabili. Come Comune quello che possiamo fare è lavorare per una maggiore sicurezza e per sensibilizzare l’opinione pubblica, soprattutto i giovani. Roma vuole essere una città sempre più inclusiva, dove nessuna persona si senta discriminata per la propria identità di genere e per il proprio orientamento sessuale. Un lavoro di sensibilizzazione è necessario soprattutto tra le nuove generazioni, per educarle al rispetto delle differenze. Per questo, riconoscendo il ruolo fondamentale della formazione, Roma Capitale sta avviando in diverse scuole superiori il progetto “lecosecambiano@Roma” per contrastare il bullismo omofobico e promuovere un nuovo clima culturale. Ho ricevuto anche critiche e perplessità rispetto a questo nostro progetto, come se fosse superfluo. A queste persone rispondo che non ci si può lamentare di un aumento della violenza omofobica e poi respingere qualunque iniziativa va presa, appunto, perché “le cose cambino”.
Nonostante episodi di violenza, suicidi di giovani in difficoltà, l’impressione che ha il visitatore che viene da fuori per iniziare un’attività a Roma è di una città accogliente, calda, aperta. Le vostre politiche vanno in quella direzione?
Abbiamo dichiarato sin dalla campagna elettorale che il nostro obiettivo è che Roma sia una città aperta e accogliente. Una città plurale che accoglie i nuovi cittadini stranieri e nello stesso tempo una capitale dei diritti di tutte e di tutti. Noi stiamo lavorando già da un po’ in questa direzione con l’obiettivo di contribuire a produrre un cambiamento culturale in città. Ci crediamo fermamente e continuiamo a seguire il programma di lavoro che ci siamo dati. Abbiamo proposto dei corsi di formazione per le educatrici dei nidi e le maestre della scuola materna sui temi delle differenze di genere e della valorizzazione delle differenze.
A breve partirà il progetto “Lecosecambiano@Roma” in diverse scuole superiori proprio per promuovere una visione positiva del futuro, anche attraverso le testimonianze di personaggi conosciuti ai ragazzi, i loro riferimenti culturali, per far comprendere che “le cose possono effettivamente cambiare”, nonostante le difficoltà incontrate da adolescenti. Crediamo sia necessario contrastare il bullismo omofobico, sensibilizzando le ragazze e i ragazzi al rispetto. La scuola è certamente un laboratorio per il futuro, il punto di partenza imprescindibile per la costruzione di una società dove tutti devono potersi sentire cittadini e cittadine a pieno titolo, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale e identità di genere.
Abbiamo anche ripreso un dialogo proficuo con la Rete READY delle amministrazioni locali che si occupano di tematiche LGBT, con cui organizzeremo dei moduli formativi per figure apicali dell’amministrazione pubblica, nell’ambito dell’implementazione della Strategia nazionale LGBT dell’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, impegnato nella promozione della parità di trattamento.
Durante la campagna elettorale il sindaco Marino disse: ” A Roma ci sono il Vaticano, la più grande Moschea d’Italia, il più grande tempio Indù ed il più grande Centro Culturale Buddista del paese. Non ci possiamo permettere di essere intolleranti”… Questa è più di una dichiarazione d’intenti…
Roma ha bisogno di riacquistare quell’autorevolezza che negli anni scorsi ha in parte smarrito, che le deriva del suo ruolo di crocevia di fedi, di religioni, ma anche di rapporti e di scambi, dove il Mediterraneo e l’Europa si incontrano. Roma accoglie con affetto nel loro percorso di fede i pellegrini che vengono nella capitale della cristianità e nello stesso tempo vuole accogliere i nuovi romani, che saranno nuovi italiani, nel pieno rispetto delle diverse fedi e confessioni religiose. Faccio un esempio piccolo ma significativo. All’inizio di quest’anno abbiamo consegnato in tutte le scuole elementari e dell’infanzia di Roma il Calendario Interculturale, dove sono indicate festività usi e costumi delle varie culture e religioni. Un’occasione perché il dialogo e il rispetto reciproco comincino a maturare già tra i più piccoli, che in questo possono anche essere un esempio per gli adulti.
Chiunque si riempie la bocca con i diritti umani, ma di fatto si parla molto e si fa poco. Le esperienze straniere dimostrano che dove ci sono più diritti per tutti cresce il benessere sociale, anche economico. Qual è la sua posizione?
Indiscutibilmente una società dei diritti è una società più consapevole e più matura e questo aiuta anche lo sviluppo sociale ed economico. E io credo che le politiche che questa amministrazione sta realizzando vadano proprio in questa direzione.
All’indomani di un’aggressione omofoba, l’ennesima, in città Lei ha dichiarato “E’ sempre più urgente l’approvazione di una legge nazionale che condanni l’omofobia con giuste sanzioni. Quanto dobbiamo aspettare ancora affinché l’aggressione di tipo omofobo costituisca un’aggravante da punire con severità?” Ci sono risposte o no?
Proprio in seguito ai recenti episodi di violenza mi sono chiesta quanto ancora dobbiamo aspettare affinché l’aggressione di tipo omofobo costituisca un’aggravante da punire con severità. Quanti ragazzi dovranno ancora essere picchiati a sangue senza che i loro aggressori vengano condannati adeguatamente? Penso che su questo terreno esista un vuoto politico e legislativo in cui si trascina l’Italia da anni e che va assolutamente colmato. Così come, tornando al tema dei diritti, penso vada colmato il vuoto esistente sul tema del riconoscimento giuridico e sociale delle relazioni omosessuali. A Roma ci apprestiamo a istituire il registro delle unioni civili, ma anche in questo caso un vero passo in avanti sul piano dei diritti può venire solo da una legge del Parlamento in materia.
Roma, capitale d’Italia, in che modo può essere di stimolo affinché il paese intero possa capire che integrazione significa più possibilità e più benessere?
Io credo che una politica di inclusione, di apertura e di integrazione nella capitale italiana, che come detto prima è anche un punto di riferimento a livello mondiale, possa rappresentare un grande esempio per il paese. Roma deve conservare e arricchire questa vocazione, trasformare l’integrazione in una ricchezza. In questo modo si può dare vita a un circuito virtuoso che produce anche sviluppo. Se riesce a realizzare questo obiettivo la nostra città sarà un grande esempio per tutti, in Italia ma anche all’estero.
E cosa si dovrebbe fare per eliminare l’annoso pregiudizio immigrato = violenza che non è solo retaggio della destra?
Io credo che il nodo cruciale sia sempre quello di coniugare integrazione e legalità. Noi vogliamo una città aperta e che rispetti i diritti di tutti e in cambio chiediamo a tutti il rispetto della legalità. In questo modo possiamo far comprendere ai cittadini che la violenza o i reati non dipendono dal colore della pelle, o dalla religione, dalla loro origine. E questa è una tematica molto importante se, ad esempio, pensiamo al problema complesso e difficile dell’integrazione dei rom che in questa città ha conosciuto molti ostacoli ed è stata in un passato recente condizionata da una politica fortemente discriminatoria. Naturalmente penso che certi pregiudizi vadano combattuti a cominciare dall’educazione tra le giovani generazioni, e anche su questo terreno sono impegnata direttamente visto il mio ruolo di Assessora alla scuola
Come sarà Roma fra 5 anni?
Spero che sia una città migliore di quella che abbiamo trovato quando il sindaco Marino e la sua amministrazione si sono insediati. Una città dove i servizi funzionino, dove ci siano più tolleranza e rispetto e dove l’economia sia ripartita, anche grazie al rilancio della sua immagine nel mondo di grande capitale internazionale.
Che sogno ha per Roma?
Che tutte le persone possano godere degli stessi diritti, che tutte possano sentirsi libere di essere se stesse.
E’ un desiderio che anche noi condividiamo e che, per noi, per i romani, per gli italiani tutti, speriamo possano diventare realtà. Vero è che senza azioni, anche i desideri più puri non rimangono che la favola di Adamo ed Eva.
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