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Gay Village 2013: è una rivoluzione culturale

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Gay Village Matrimonio 2013di Paolo M. Minciotti

Dovevate esserci  sabato 28 al Gay Village di Roma: serata di chiusura col botto per una stagione col botto: più di 300mila presenze dall’inizio della stagione, una fila interminabile di giovani e meno giovani che dalle 18 aspettavano di entrare, un’atmosfera gioiosa e festosa, con tutto lo staff in festa (veniamo invitati sul palco anche noi e ringraziati dall’ufficio stampa per il nostro lavoro, noi che siamo una testata piccolissima con nove mesi di vita), uno staff straordinario, di estrema professionalità.

Alle 20.30 seguiamo il terzo matrimonio celebrato al Gay Village quest’anno, una cerimonia commovente, dove due persone si uniscono perché si amano, a ricordare che è l’amore che unisce gli esseri umani, laddove la politica li divide per interessi di parte. Famiglia, amici, madri e padri e la grande famiglia che è la comunità omosessuale romana si stringono attorno a Massimiliano e Fabrizio, ed è difficile trattenere la commozione.

A seguire arriva il Sindaco di Roma Ignazio Marino: e si intrattiene con il pubblico, e anche dopo: si mescola alla folla, segue la performance di Vladimir Luxuria – esilarante ed intelligentissima come sempre – e ciò che accade sul palco. Il pubblico è entusiasta e segue con attenzione il dibattito: Marino risponde garbatamente, ma con chiarezza ad ogni domanda. Non si nasconde: dice le cose come stanno. E rimedia un’ovazione: perché la politica si può anche farla dicendo la verità, anche se la lezione dei Berluscones va nella direzione opposta.

Gay Village 2013 Luxuria

A parte la cronaca della serata, la chiusura lo meritava, va sottolineato che il Gay Village non è solo un evento culturale straordinario, il più importante dell’Estate romana, con le sue 48 serate di eventi, le sue più di 300mila presenze (una media di 15mila ogni settimana, con pullmann che arrivano da altre parti d’Italia e addirittura dall’estero), con investimenti in denaro considerevoli, 400 lavoratori ed uno staff artistico di prim’ordine, il Gay Village è una rivoluzione culturale. Il Gay Village sta cambiando la faccia di Roma e le sue politiche sociali. Il Gay Village è la prova che attraverso la cultura si può cambiare il mondo.

Questo è lo straordinario merito di Imma Battaglia.

In chiusura segnaliamo anche la presenza di Valeria Marini che ha detto due cosucce, gridato un I Love you, fatto finta di parlare spagnolo e cantato (sic) Amado Mio. Perché anche da quelle parti lì la Cultura è una cosa seria.

 

 

 

 

 

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