Lei è Amina, tunisina, e ha postato su Facebook alcune sue foto che la ritraevano a seno nudo, scatenando l’ira dei conservatori islamici, i salafasti, invisi alla maggior parte dei cittadini, ma potenti, ramificati, soprattutto nel sud, e senza scrupoli, che vogliono lapidarla.
Amina è una delle Femen, le femministe trattate come terroriste, anzi peggio, un po’ dappertutto, con la sola colpa di irrompere a seno nudo dove meno le autorità più ottusamente moraliste, spesso tra le più corrotte, si aspettano di vederle chiedendo un mondo giusto, più giusto, finalmente giusto.
Amina Tyler, è un’altra vittima della rivoluzione tunisina, l’ennesima rivoluzione che non ha mantenuto le promesse e che ha portato al governo un partito fondamentalista islamico, che non ha nemmeno un terzo dei voti, ma ha collusioni e denaro. Un partito che ha cancellato la parità di diritti tra uomo e donna voluta dal presidente Bourghiba e mantenuta da Ben Alì e che è sparita dalla società con un cambio costituzionale sostenuto in gran parte da donne… Che certo non avevano capito la portata della riforma.
Le Femen, trattate come terroriste, anzi peggio, hanno manifestato davanti al consolato tunisino a Milano. A seno nudo, come sempre, mentre Amina è segregata da qualche parte, dicono in casa, dicono anche che le danno sedativi per farla stare tranquilla e i cugino la riempie di botte.
E’ assolutamente possibile che sia così.