Ieri abbiamo pubblicato un paio di notizie, con il nostro stile, un po’ giocherellone, un po’ ironico, un po’ sfacciato, a commento dell’omofobia manifestata dalla moglie del presidente ugandese e delle sue affermazioni e a commento di quelle del presidente del Gambia, colorite e mirate a richiamare l’attenzione sul suo personale “potere”, quello che pensa di avere, non quello che ha effettivamente.
Parlare delle cause dell’omofobia in Africa sarebbe complicato, trattandosi di un continente a noi quasi totalmente sconosciuto, con dinamiche sociali (tribali) complesse per un mondo come il nostro dove i diritti e le libertà individuali sono il centro della società, al contrario di molte zone del continente africano, dove la società, la tribù, il gruppo sono “la” società.
Una lettrice commentava facendo una facile e scontata equazione tra omofobia e musulmani, quando né il presidente del Gambia né la moglie del presidente ugandese sono musulmani, e per noi sarebbe altrettanto facile fare una equazione tra pregiudizio e razzismo. In entrambi i casi le cose sono molto più complicate. Di certo non risolveremo l’omofobia altrui con la rabbia o con l’odio.
Secondo facili interpretazioni di una cosa o dell’altra, essendo Obama nero e cristiano dovrebbe essere omofobo, invece abbiamo sotto gli occhi la rivoluzione pro-diritti lgtb che sta portando a termine negli USA.
L’intolleranza “di rimbalzo” non serve a noi, e purtroppo nemmeno a loro.
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)