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Il fantasioso Lollobrigida e l’ardito accostamento tra giornalisti, champagne e letame

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di Daniele Santi

Serve sprezzo del pericolo a quest’Italia, e il ministro Lollobrigida è un fulgido esempio di un coraggio quasi incosciente nel suo arrampicarsi, certamente inconsulto e non certo inconsapevole, su ardite vette di provocazione al limite dell’offesa personale. Continua, pervicace, tesa a dividere quando non alla delegittimazione per sport, senza motivo, senza una causa e con sicuro effetto presunto.

Questo principe della locuzione colta, delle moltissime discese ardite e delle improbabili risalite, è il ministro che è riuscito a dire “i poveri mangiano meglio dei ricchi” perché siccome sono poveri devono rivolgersi alla terra, e quindi ai prodotti italiani, magari direttamente dal produttore. Un genio, insomma. Un altro.

Il suo post su Facebook. che pubblichiamo di seguito, è un capolavoro di qualunquismo e vuoto cosmico, misto a una disperata necessità di sentirsi qualcuno – perché persino le cariche a certuni sembrano troppo poco importanti – e tracciano un non pensiero accusatorio che non può che inquietare. In un uomo di governo.

Insomma siamo alla destra proletaria a conduzione famigliare che non paga di precedenti dichiarazioni del ministro Lollobrigida: ”Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi perché cercando dal produttore l’acquisto a basso costo comprano qualità”, una specie di esaltazione del poveraccio ad appannaggio del nouveau riche che nonostante l’umilissimo lignaggio – e si nota – non riesce a fare a meno di sputare sui poveracci, possibilmente lodandoli, così che accettano meglio l’umiliazione, mentre uno dei conduttori del partito a trazione famigliare, ora anche di governo, continua a spiegarci a noi – poveri imbecilli, che “La qualità va spiegata, va raccontata a chi non ha avuto la capacità di conoscere o la possibilità di avere mamme e nonne che da bambino lo hanno educato”.

Da lì all’essere accusati di essere “cresciuti a champagne nei loro salotti e nelle loro redazioni” laddove “l’odore di letame non arriva” – spiace smentire l’augusto ministro e celebre cognato, ma mai come in questo periodo l’odore di letame arriva, essendo rovesciato su intere categorie a camionate – attraverso un attacco via social ingiustificato, ingiustificabile e soprattutto innecessario, quasi come certe affermazioni sul mangiare italiano lanciate da Cape Canaveral, circondato da pochi se non pochissimo agricoltori e con una macchina agricola (il nostro snobismo di classe ci impedisce di riconoscerla con esattezza) alle spalle che suona come una silenziosa minaccia a certe politiche boccalone tutte grida e fatti pochi e inutili.


P.S.
Sono astemio. E anche un po’ misantropo. Cioè niente alcol, niente vino e compagnia poca e di rado. Perché qualunquismo (boccalonismo?) e realtà non vanno mai di pari passo.

 

 

(29 gennaio 2024)

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