Il capo della CEI Bagnasco si è colpevolmente dimenticato come buona parte della gerarchia teocratica che rappresenta, di essere un prete, e non un politico. Così si è realizzato in tutta la sua vanità dicendo ai politici cosa gli italiani si aspettano da loro, di cosa sono stanchi, di cosa non ne possono più, insomma che cosa dovrebbero fare.
Fedele alla dottrina della sua chiesa che vede perfettamente ciò che succede attorno a lei, ma quando deve guardarsi dentro è completamente cieca, Bagnasco è nuovamente intervenuto sulla vita politica italiana come se non fosse parte della gerarchia di uno stato straniero, teocratico, dittatoriale, che non dovrebbe intervenire negli affari di uno stato sovrano.
Cosa che per un prete, perché questo resta Bagnasco, un prete con tutti i suoi voti di povertà, celibato, castità, umiltà (sic) eccetera, trovo essere assai sconveniente.