di Giovanna Di Rosa #politica twitter@gaiaitaliacom #pentaleghismo
La finta guerriglia urbana tra Lega e M5S è ad esclusivo uso elettorale: Luigi Di Maio ha scelto di presentarsi in campagna elettorale per le Europee con il viso del buon giocatore di sinistra che ha a cuore la giustizia [sic] ed i diritti umani [sic] e che considera Salvini, suo alleato di governo, come un pericolosissimo neofascista con pulsioni dittatoriali – non che sia così lontano dalla verità – pronto ad introdurre una dittatura cara a Putin in Italia ed in Europa, complici i suoi alleati negazionisti al parlamento europeo prossimo venturo. Come scrivevamo, Luigi Di Maio ha la memoria corta – e la lingua lunga. Ma questo ai suoi fans da stadio non importa. A loro importa il reddito di cittadinanza (più domande nella sola Napoli che in tutta la Lombardia).
Perché Luigi Di Maio ha la memoria corta? Prima di tutto perché gli conviene e poi perché non dice, a proposito di convenienza, che chi è alleato in Europa con i negazionisti è proprio il M5S, notizia che distrugge l restyling in atto ordinato dal Grande Burattinaio al suo fido scudiero. Salvini, da parte sua, va dritto per la sua strada: raduna i sovranisti e continua nella sua rincorsa all’integralismo liberticida degno di un Ayatollah. Prima o poi andrà a sbattere. E’ il destino degli uomini soli al comando che si sentono onnipotenti. E che hanno qualche asso nella manica tipo la flat tax al 15% per i redditi fino a 50mila euro che Di Maio non vuole. Del resto il vicepremier pentastellato è ometto di pochi scrupoli: ha prontamente cavalcato la questione Rom di Torre Maura – disgustosissima vicenda, sempre più disgustosa – per attaccare Salvini sulla questione di Casapound e del palazzone occupato all’Esquilino: “Sgomberare i Rom, benissimo. Ma via anche Casapound” è stato l’augusto grido dello scudiero della Casaleggio Associati.
Riteniamo il restyling poco credibile – piccatissimi i “lo sto dicendo io” rivolti da Di Maio a Fabio Fazio reo di commentare le sue artefatte ed incredibili risposte a domande del tutto innocue – e non ci crede nemmeno lui: la possibile alleanza futura con il PD svuoterà definitivamente di voti il partito di Zingaretti e sposterà inevitabilmente a sinistra l’asse del governo, ma la pretesa di isolare Salvini passa solo attraverso la realizzazione di alcuni punti dei quali Di Maio evita accuratamente di parlare e che rinforzerebbero enormente i suoi due avversari interni Fico e Di Battista.
A Di Maio non rimane che continuare a bluffare offrendo misure che portino voti, si chiamava voto di scambio, ora si chiama reddito di cittadinanza e continuare a bloccare il paese. Salvini è vittima dell’immobilismo pentastellato, non è Di Maio ad esserlo del sovranismo leghista. La Lega, i suoi governi locali lo dimostrano, ha un chiara idea di come si governa al contrario di Di Maio e dei suoi patetici ministri ed amministratori locali.
(9 aprile 2019)
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