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A proposito di un articolo di Aurelio Mancuso e di portatori insani di non-pensiero

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di Il Capo, twitter@gaiaitaliacom

 

 

Lo scorso 2 agosto Aurelio Mancuso ha pubblicato nella rubrica che tiene sulle nostre pagine da qualche anno, un articolo ferocemente sarcastico, intitolato “colpa delle donne se gli uomini le ammazzano o diventano gay feroci”, il cui titolo doveva, nei nostri calcoli, risultare così assurdo da non dare adito a nessun tipo di contestazione, essendo la ferocia di Mancuso diretta contro i patetici maschi della classe dirigente di questo paese che, proprio nella mattinata di ieri, davano il loro fulgido esempio di costruzione di misoginia ed omofobia scagliandosi contro donne e froci, con motivazioni raccapriccianti.

Naturalmente il coraggio si paga, da questo giornale lo sappiamo bene, e la nostra pagina Facebook è stata massacrata da insulti diretti a Mancuso, maledizioni, insulti, “t’ammazzassero” e via di questo passo. Quasi nessuno di coloro che hanno insultato Mancuso per l’articolo lo avevano letto; solo una lettrice, rendendosi conto di non averlo compreso bene, si è poi scusata. Le sue scuse ed il nostro “grazie” sono ancora lì a testimoniarlo.

Aurelio Mancuso non ha bisogno di difensori d’ufficio, si difende benissimo da solo, ed è abituato – e noi con lui – a sposare punti di vista facilmente contestabili, dal momento che agisce sui luoghi comuni dell’italica incultura e sulle debolezze della comunità omosessuale, realtà che conosce bene essendo stato uno dei massimi dirigenti dell’associazionismo LGBT di questo paese. Il punto non è l’opinione di Aurelio Mancuso. Il punto sono l’ignoranza, l’idiozia, la superficialità, la rabbia, i mal di pancia e le reazioni scomposte di chi si ferma ad un titolo o legge frettolosamente, senza riflettere, e poi incolpa l’autore di avere scritto porcate. Ma è il lettore a non avere capito.

Se avessimo voluto un mestiere semplice saremmo andati a pulire i cessi: un po’ di disinfettante, unto di gomito, e acqua corrente. Tolti i guanti si è puliti come prima. Invece ci siamo scelti un mestiere complicato che, in tempi da social, implica anche pulire dai commenti d’odio le nostre pagine, bloccarne gli autori, segnalarli quando esagerano fino ad arrivare alla Polizia Postale quando è necessario (lo è stato. Vi terremo al corrente) ed anche cercare di difendere il nostro lavoro attraverso il dialogo.



Gaiaitalia.com è un quotidiano indipendente, contrariamente alle dicerie che lo vogliono al soldo del Partito Democratico, e sulle nostre pagine pubblicano coloro che un punto di vista ce l’hanno; questo editore pubblica un numero importante di autori con i quali non condivide nemmeno i punti e le virgole, ma dato che hanno coerenza ed onestà intellettuale (non come certi che l’onestà la svendono a chili al mercato delle vacche), e sanno scrivere, sono i benvenuti.

Coloro che non sono i benvenuti sono i portatori insani di non-pensiero, quelli che vivono di odio e livore, che utilizzano male, malissimo, sgrammaticando e perpetrando la lingua italiana, una tastiera che picchiettano come l’idiozia picchietta le loro inutili teste, per insultare coloro che non capiscono, per inveire sul 90% di ciò che leggono o pretendono di leggere o dicono di avere letto. E che raramente capiscono. Sono i portatori insani di non-pensiero le vittime predestinate dei messaggi politici semplicistici: sono quelli che ci cascano nelle trappole nascoste di sì semplicistica comunicazione politica. E ben gli sta. Perché se non riescono nemmeno a fare lo sforzo di capire cosa un giornalista scrive in un articolo che è contro ogni discriminazione, contro l’omofobia, contro il femminicidio, contro il maschilismo patriarcale come forma occulta di governo, contro ogni tipo di violenza, sono senza speranza e senza speranza devono restare.

Ma per svegliarsi non è mai troppo tardi.

 





(3 agosto 2017)

 

 

©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata

 



 

 

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