di Daniele Cinà twitter@danielecina
L’attacco che da più parti colpisce le ONG impegnate nel nostro mare nel salvataggio dei migranti è micidiale.
Si spara letteralmente sulla Croce Rossa. E fa male.
Fa male perché colpisce le persone più deboli. Coloro che, già stremati dal motivo che li mette in fuga, salgono con l’unico bagaglio trasportabile, la speranza, su un barcone che spesso li conduce alla morte. Senza niente in tasca. Senza la terra sotto i piedi. Senza cibo e ustionati dalla benzina che si mischia all’acqua del mare. Ma questo non conta. La foto del piccolo Aylan è già stata dimenticata.
Conta invece alimentare la paura dell’invasione, che nei numeri non c’è, ma che ti fanno sentire con la loro raffinata tecnica: il sospetto. Creare un clima infame come arma di distrazione di massa. E i populisti lo sanno bene. Prendere una paura (quella dello straniero nel caso specifico) e insinuare che dietro ci siano traffici illeciti, terroristi, malattie. Tanto nessuno può difenderli da accuse tanto infamanti. “Chi guadagna coi “Taxi del Mediterraneo”? spara Di Maio, “È tutto un business come in Mafia Capitale” tuona Di Battista. “Marina Militare e Guardia Costiera sono vicescafisti” rincara Salvini che si vede scavalcato dai due “bravi” ragazzi di Beppe. Insomma una gara a chi è più cinico per sedare la paura costruita a tavolino. E dispiace che anche magistrati si prestino, con comportamenti quantomeno discutibili, a questo gioco al massacro. Con gravi accuse, ma vaghe e “senza prove”, con i “forse” e con i “mi dicono”.
Se c’è una mela marcia si toglie quella. Si fanno i nomi e si tutela l’onore, il lavoro e la generosità di molti.
Non si diffamano donne e uomini che ogni giorno mettono anima e corpo per salvare altri uomini, donne e bambini più sfortunati di loro e di noi. Io ne sono orgoglioso. Perché la lezione di umanità che il nostro Paese con Guardia Costiera, Marina Militare, insieme alle ONG internazionali danno verrà ricordata nei secoli. Nell’oblio invece cadrà chi miserabile trova nei deboli lo sfogo alle proprie e alle altrui frustrazioni.
(27 aprile 2017)
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