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Andrea Orlando, “Voglio un partito plurale ed inclusivo” e dove Matteo Renzi taccia

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di Giancarlo Grassi

 

 

 

 

Andrea Orlando, candidato alla segreteria del PD, in attesa delle primarie del 30 aprile, ha scritto un’inutile e vuota lettera al direttore dell’Avvenire Prenna che il sito del Partito Democratico pubblica integralmente. La lettera di Andrea Orlando non dice assolutamente nulla, ripercorre velocemente la storia dell’Ulivo – dimenticandosi particolari di nessunissima importanza come le responsabilità di chi l’Ulivo lo ha distrutto – e della nascita del Partito Democratico. Andrea Orlando pretende di rispondere, ma non lo fa se non con un vuoto slogan finale, alla domanda “Dove va il Partito Democratico” che suona un po’ come il morettiano “Continuiamo a farci del male” e finisce preda, il povero Orlando candidato segretario e ministro di un Governo che contesta come se non ne facesse parte e fosse all’opposizione, della masturbazione cerebrale di quella che continua a definirsi “sinistra” del PD e che fa capo a chi l’Ulivo ha distrutto e dal PD si è staccato con un’operazione politica [sic] da asilo infantile.

Orlando indirizza la sua lettera al direttore dell’Avvenire per strizzare l’occhio alla parte teo-con del PD, quella che detesta Matteo Renzi, e quando parla di un partito “aperto, plurale ed inclusivo”, dimentica di sottolineare di volerlo senza Matteo Renzi e la sua maggioranza tra i piedi. Oltre che di un programma Andrea Orlando manca anche di onestà intellettuale e di progetto politico. La lettera non dice nulla sul PD prossimo futuro. E’ possibile che sia perché Andrea Orlando un progetto prossimo futuro nel Partito Democratico non lo vede. O non ce l’ha.

Ed allora, questo giovane seguace del D’Alema che distrusse Prodi e sta distruggendo il PD con i suoi intellettuali del menga alla Cuperlo, non scriva lettere dove si traveste da statista senza essere capace di approfondire un leggero abbozzo di programma. Aspetti il 1 maggio e poi tragga le conclusioni. Tutto il resto è propaganda che ha devastato proprio quelle persone che si erano avvicinate al PD e che ora, a causa dei maneggiamenti del candidato segretario Orlando, di Emiliano e dei furboni dell’Mdp – per non parlare di Rosy Bindi che dice di andarsene, ma con l’endorsemente ad Orlando, non si sa mai che non ci scappi una poltrona – dal PD si è allontanata.

Dimentica un’ultima cosa Orlando, ma non la può dire: l’unico collante del PD in questo momento, piaccia o no (e non è detto che a questo commentatore piaccia) è Matteo Renzi che ha il coraggio dei programmi politici e delle dimissioni quando perde. Piaccia o no. Qualora Orlando ne volesse prendere atto farebbe onore alla sua giovane, inefficace ed inutile storia politica.

Per chiuderla con una battuta, dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.




 

(12 aprile 2017)

 

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata

 



 

 

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