di Il Capo
Mattinata di banche. Succede. Non piace a nessuno, nemmeno a me. Figurarsi a voi. Mi reco in una delle sedi romane della banca sulla quale mi appoggio: devo firmare qualche documento per questioni legate alla mia attività. Al telefono ho parlato con una giovane dalla voce squillante, fastidiosa, molto occupata di apparire gentile. Al mio arrivo scopro che di giovane non c’è più traccia, la voce opportunamente e (poco) sapientemente artefatta in onore al giovanilismo presunto appartiene ad una donna abbondantemente oltre i cinquant’anni che mi riempie di parole inutile tese – secondo lei – a facilitarmi il lavoro di firma (che invece mi complica), incapace di districarsi tra le varie indicazioni dei moduli (che io invece capisco benissimo, avendoli ricevuti via email per conoscenza qualche giorno prima), una mezz’ora da incubo.
Dice di tutto e fa di tutto riuscendo a non guardarmi in faccia.
Dopo le numerose firme, ricontrolla tutto, raccontando di tutto e jajaja e jojojo e “Ma lei è più bravo di me!” (non era certo un complimento, ma tant’è) e guardando le carte mi congeda senza guardarmi in faccia “E’statounpiacerelaringraziosperodivederlapresto!”.
Francamente io no.
(25 febbraio 2015)
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