Il quotidiano La Repubblica cita un rapporto dell’ONU che denuncia le azioni dell’esercito di Assad contro gli ospedali e il blocco dei feriti, che non possono essere curati, nelle zone controllate dai ribelli.
Secondo il Wall Street Journal ci sarebbero un migliaio di tonnellate di gas in viaggio verso depositi sicuri, nonostante Putin ce la metta tutta per far credere che le armi chimiche saranno completamente distrutte tutte con il buon Bashar Al Assad a dargli man forte.
La situazione in Siria è tutt’altro che chiara: le posizioni di USA e Russia sulla distruzione delle armi chimiche sono ancora lontanissime e paiono al momento inconciliabili: il governo di Damasco starebbe distribuendo i suoi arsenali di armi chimiche e gas nervino in cinquanta siti differenti, per confondere le acque ed impedire un capillare controllo dei depositi da parte di USA, Israele ed inviati ONU.
Secondo una denuncia di Human Rights Watch, fonte sempre attendibilissima, l’esercito di Bashar Al Assad avrebbe ordinato l’esecuzione sommaria di almeno 250 persone a Bayda e Banias. Le esecuzione risalirebbero al 2 e 3 maggio scorsi.
Human Rights Watch denuncia che il bilancio delle vittime dei massacri potrebbe essere molto più alto.
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